Elezioni Lega Serie A, cade la potenziale accusa a Malagò e Miccichè

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Photo Gaetano Piazzolla

Per le elezioni del presidente della Lega Serie A la Procura di Milano aveva deciso di vederci chiaro, soprattutto per la nomina voluta da Giovanni Malagò (presidente del CONI) a favore di Gaetano Miccichè. La nomina di Miccichè era stata quasi imposta, secondo la Procura di Milano, dal numero uno del CONI per facilitare l’attribuzione dei diritti tv a Sky per la prossima stagione. Accuse che dopo tempo sono cadute, con il caso che è stato totalmente archiviate.

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Elezioni Lega Serie A, archiviato il caso Malgò-Miccichè

Secondo quanto riportato dal quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, sarebbero state archiviate le indagini relative alla possibile forzatura operata da Malgò per la nomina di Gaetano Miccichè come nuovo presidente della Lega Serie A. Come riporta il Corriere della Sera, il numero uno del CONI avrebbe voluto l’elezione acclamazione al posto dello scrutinio segreto che minacciava l’unanimità necessaria (per statuto) a superare l’ipotizzato conflitto di interessi di Micciché, presidente di Banca Imi in affari con alcuni club e consigliere della Rcs del patron del Torino, Urbano Cairo.

Secondo i PM della Procura di Milano e la nomina fosse “funzionale” ad orientare l’aggiudicazione dei diritti tv del calcio 2018-2021 a Sky  dell’ad Andrea Zappi a anziché alla spagnola Mediapro, in cambio di «25 milioni l’anno per tre anni, veicolati con una fittizia compravendita di diritti cinetv tra Sky e una società del gruppo Medusa. Sempre secondo il Corriere, oltre però alle “vistose anomalie” dell’acclamazione, e agli “incontri di persona” di Malagò e Miccichè con Zappia, Letta e Bochicchio in giorni e ore prossimi agli snodi dei diritti tv, non sono emersi elementi riconducibili alla gestione di Bochicchio di provviste afferenti a Malagò. Da qui l’archiviazione per tutti della “corruzione”.