La Conference League è lì, ad un passo, Feyenoord e Roma lo sanno. Tra poche ore si accenderanno i riflettori dell’Air Albania Stadium di Tirana, da lì ci sarà poco da parlare, ma solo da guardare e attendere il destino dei due club, che si consumerà in 90 minuti. Gli olandesi sfideranno i giallorossi con grande tradizione ed una storia solida e gloriosa alle spalle, fatta di successi, campioni, e aneddoti senza tempo. La squadra di Slot punta a vincere il 37° titolo del club.
Sono ben 36 i titoli del club olandese, decisamente di più rispetto a quelli giallorossi (15). Il Feyenoord conta in bacheca: una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, 2 Coppe Uefa, 15 campionati olandesi, 13 Coppe nazionali e 4 Supercoppe nazionali. In Olanda, a livello di trofei, hanno fatto meglio solo Ajax e PSV. L’ultimo successo internazionale del Feyenoord risale al 2002, con la vittoria della Coppa Uefa.
Il Feyenoord nasce nel 1908 dal quartiere di Rotterdam. Il nome del club è cambiato svariate volte. Inizialmente si chiamava “Wilhelmina”, nome usato per onorare la prima regina d’Olanda, poi divenne “Hillesluise FC”, ma dato che era omonimo ad un altro club fu costretto a cambiare ancora. L’ultimo cambiamento di nome fu “RVV Celeritas”. Inizialmente i colori sociali erano giallo e nero, poi con l’avvento dell’ultimo nuovo nome cambiarono in quelli attuali, bianco e rosso. Una volta promossa in divisione nazionale, il Feyenoord (allora RVV Celeritas), si trovò costretto a cambiare nuovamente il nome, dato che c’era nuovamente una squadra omonima. L’ultimo nome deciso fu proprio “Feijenoord”, che richiama l’isola in cui il club è nato, e che oggi è un tutt’uno col sud della città.
Il Feyenoord è definita la “squadra del popolo”. Ma perché? Semplice, il pubblico è un tutt’uno con la squadra e viene considerato parte fondamentale, integrante del club. I tifosi sono il 12° uomo in campo, e la maglia numero 12 è dedicata a loro. Nessun calciatore la può indossare.
Il Feyenoord che è rimasto più impresso nella storia è sicuramente quello degli anni ’70. Alla guida del club c’era Ernst Happel, campione del mondo nel 1970. Nel 1974 l’infermabile club olandese conquistò l’11° titolo d’Olanda e la Coppa Uefa. Questo era il periodo del “Calcio totale” in Olanda e di Win Jensen, il giocatore con più presenze della storia del club.
L’ultimo trofeo internazionale per il club olandese risale alla stagione 2001/2002. In tale stagione il Feyenoor guidato da un giovane Van Persie e van Hooijdonk e Tomasson sollevava la Coppa Uefa. Da tale data la “squadra del popolo” non solleva un trofeo internazionale.
Tornando al giorno d’oggi, il Feyenoord si battaglia la Conference League con la Roma. La squadra è composta da tanti talenti, giocatori atletici e veloci, ma non tante stelle. Se si parla di velocità non si può non citare Malacia, esterno rapido e dall’accelerazione fulminante che agisce sulla sinistra. In cabina di regia è presente il talento Kocku, che è capace di far girare la squadra a ritmo di orologio svizzero. Sulla trequarti attenzione a Guus Til, giocatore col vizio del gol. Non a caso sono ben 21 le reti segnate dall’olandese in stagione. In attacco si scatena la potenza del Feyenoord. Su tutti Dessers, capocannoniere della Conference League, è pronto a mettere paura alla retroguardia giallorossa. Sono 10 le reti in 13 partite per lui. Sinisterra è la velocità e l’esplosività della fascia. Sono 11 gli assist del colombiano, che è entrato nel mirino di diverse squadre europee. La difesa è il punto debole degli olandesi. Sono tanti gli errori in fase di impostazione e di attenzione. La Roma può sfruttarli.