FIGC, CONI e Serie A scrivono al Governo sulla questione stadi

FIGC

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

La questione dell’ammodernamento e della costruzione di nuovi stadi in Italia tiene banco da anni. A partire dalla Juventus nel 2009 sono molte le società che si sono interessate e che stanno cercando di rendere moderni i propri impianti. Atalanta e Cagliari sono in piena opera, Milan ed Inter sono nella difficile fase dell’approvazione del progetto, poi ci sono Roma, Bologna, Fiorentina e tante altre. Le lungaggini burocratiche, però, hanno sempre ritardato il cambio di passo necessario in Italia. Per questo motivo, nei giorni scorsi FIGC, CONI e la Lega di Serie A hanno scritto una lettera al Governo con alcune proposte e altre richieste.

Il divario con gli altri paesi

Le tre firmatarie sottolineano lo stato obsoleto e carente delle infrastrutture sportive in Italia. Lo paragonano, infatti, anche agli altri stati europei più avanzati come Germania, Spagna ed Inghilterra. In questi paesi i ricavi medi da gare, il numero di spettatori, la modernità degli impianti e il numero di nuovi stadi costruiti negli ultimi vent’anni è di gran lunga maggiore rispetto all’Italia. FIGC, CONI e Serie A chiedono una burocrazia più snella per impedire che miliardi di investimento possano essere gettati al vento. Questo, secondo loro, recherebbe un danno non solo ai privati, ma all’intero Paese.

Le proposte

Le medie europee per un nuovo impianto richiedono 2/3 anni, mentre in Italia 8/10. Per adeguarsi alle best practice europee hanno avanzato qualche proposta. Innanzitutto, trovano necessario ridurre il numero di autorità competenti coinvolte nel processo autorizzativo. Quindi, passare dalle attuali 6 alle 2 circa che ci sono in Germania. Poi suggeriscono al Governo di limitare le fasi dell’iter autorizzativo, che sono 7 al momento, per avvicinarsi alla media europea di 5 o alla Germania che ne ha solo 2. Un altra proposta riguarda la destinazione d’uso. In Italia, infatti, è vietato prevedere opere residenziali. FIGC, CONI e Serie A chiedono l’eliminazione di questo vincolo. In aggiunta ritengono necessaria una maggiore possibilità dell’utilizzo dell’area nei pressi dello stadio. La zona, infatti, andrebbe adibita per parcheggi e per attività commerciali.

Le ricadute positive

Queste proposte, secondo le firmatarie, avrebbero delle ricadute positive per tutta la società. Innanzitutto, verrebbero riqualificate le aree in cui sorgono gli stadi, spesso degradate. Poi, i forti investimenti privati avrebbero un effetto positivo sull’occupazione e sullo stato delle infrastrutture sportive ovviamente.

FIGC, CONI e Serie A dicono di non volere fondi, ma in realtà vengono chieste agevolazioni fiscali e supporti per l’accesso al credito. Insomma, il Credito Sportivo, Cassa Depositi e Prestiti e una percentuale del gettito delle scommesse sarebbero necessari per la sostenibilità dei progetti.

Per leggere la lettera completa si può cliccare sul link:

http://http://www.legaseriea.it/uploads/default/attachments/documentazione/documentazione_m/1501/files/allegati/1701/lettera_aperta_gov.pdf