Fiorentina, Vlahovic: “Qui posso crescere ancora. Italiano uno dei motivi per cui son rimasto”

Protagonista dello speciale di Dazn, “Piedi x Terra”, Dusan Vlahovic ha parlato di diversi argomenti.-

Primo fra tutto la scelta di rimanere a Firenze.

“A Firenze si sta da Dio. Sono arrivato qui quando ero molto piccolo. La scelta di rimanere? Noi dei Balcani stiamo facendo le cose più con il cuore. Penso che qui posso crescere ancora e fare altri passi in avanti, ne ho parlato con famiglia e amici”.

Si è lasciato andare anche ai ricordi, a quelli che erano i suoi idoli da piccolo.

“Mio papà, mia mamma e mia sorella.
Dei giocatori mi piaceva Ibrahimovic, per la sua voglia di vincere e il suo carattere. Se mi sento Ibra? Parliamo di uno che fa giocate mostruose. Dopo il 2-3 di Firenze dello scorso anno ho provato a chiedergli la maglietta, lui me l’ha data e abbiamo fatto una foto. La dedica era nella nostra lingua, abbiamo parlato in serbo. Mi ha detto che devo continuare così. Quando ero molto piccolo guardavo Jovetic, che ha giocato nel Partizan e poi qui alla Fiorentina. Lui a 18 anni è diventato capitano del Partizan. Mio papà diceva ‘Ma questo da dove viene?’ Avevo una maglietta senza numero, a casa ho trovato degli scontrini, non so di chi fossero ma ne ho ricavato il numero 35 di Jovetic e con la colla ce l’ho appiccicato. Non ho mai avuto la sua maglietta vera”.

Importante per la sua permanenza nella Fiorentina, l’arrivo di Vincenzo Italiano.

“E’ uno dei motivi per i quali ho scelto di rimanere. Ho subito pensato ‘Con questo ci si diverte, ragazzi’. Ti corregge ad ogni minimo sbaglio, dà importanza alla concorrenza, gli piace molto lavorare con noi. Se è arrabbiato mi chiama Dusan, altrimenti Dus. Quindi quasi sempre Dusan”.

Uno sguardo anche sui giovani del calcio europeo.

“Mbappé è un campione, un fuoriclasse. Haaland una macchina, mi piace. E’ più veloce di me ma per il resto ce la giochiamo. Chiesa è mostruoso, qua avevamo un rapporto bellissimo e gli auguro il meglio. Non voglio parlare di me, stabilire se sono al loro livello. Devo solo pensare ad allenarmi”.

E, per concludere, i ringraziamenti.

“Vorrei ringraziare Cesare Prandelli, che mi ha tirato fuori dalla… non si può dire la parola. Mio papà dice che forse neanche lui avrebbe fatto per me, da allenatore, ciò che ha fatto lui. E poi Ribery, mio fratello maggiore. Abbiamo parlato molto di come uscire da certe situazioni. A loro sarò grato per sempre”.