Gattuso, c’è l’amico Pirlo sulla strada del riscatto

Gattuso

(Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

Il Napoli, o meglio Gattuso, sta attraversando il periodo più difficile dal suo arrivo sulla panchina partenopea. I risultati latitano, l’eliminazione in semifinale di Coppa Italia, sia per il risultato che per la prestazione, brucia. E la mediocrità di un gioco che appare involuto, rispetto ad inizio stagione, non lascia presagire niente di buono. Eppure, la panchina del tecnico calabrese non sarebbe in discussione. Non in questo momento del campionato, delicatissimo, ma forse già troppo avanti per un cambio alla guida tecnica.

Non è un mistero che De Laurentiis sia entrato nell’ordine di idee, da settimane, di ripartire in estate con un progetto nuovo. Si è fatto, neanche troppo sottovoce, il nome di Italiano, oggi allo Spezia, che sarebbe ben felice di andare a Napoli. Sotto osservazione restano sempre Juric, fautore del miracolo Verona, e De Zerbi, in flessione con il Sassuolo, ma sulle cui doti ci sono pochi dubbi. Non sarà facile, per Gattuso, portare a termine una stagione travagliata con l’ingombro, pesantissimo, dei nomi che si affastellano giorno dopo giorno indicati a succedergli.

In ballo, in fin dei conti, c’è ancora tanto, perché alla fine del campionato mancano 17 partite (più Juve-Napoli dell’andata da recuperare). In tutto, 54 punti in palio, e una squadra al momento a -12 dalla vetta, ma anche a -3 dal quarto posto e a -5 dal terzo. Insomma, le possibilità di fare un grande campionato sono, nonostante tutto, intatte. Quelle di correre per lo scudetto, come era immaginabile a inizio campionato, decisamente più scarse. E poi c’è l’Europa League, obiettivo tutt’altro che secondario.

Prima, però, sulla strada di Gattuso c’è un vecchio amico, compagno di squadra ai tempi del Milan e della Nazionale, e da qualche mese collega: Andrea Pirlo. Domani, a Napoli arriva una Juventus lanciatissima, cinica e che non perde colpi. Difficile, ma non impossibile, frenare la corsa dei bianconeri. Per il Napoli è un dovere, più che una missione, per provare ad invertire la rotta di una stagione travagliata, ma in cui c’è ancora tanto da giocarsi. Specie con i rientri di Koulibaly e Osimhen.