Gianluca Vialli, l’uomo dei record

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(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Gianluca Vialli è stato l’uomo dei record. Tante le vittorie nella sua carriera e tantissime quelle che hanno avuto un significato storico. Cremonese, Sampdoria e Juventus, ma anche Chelsea e Nazionale, da calciatore, allenatore e dirigente.

I record di Vialli in campo

(Photo by Trevor Jones/Allsport/Getty Images)

Vialli comincia la sua carriera nella squadra della sua città, la Cremonese. Non ancora ventenne trascina la squadra con 10 gol nel campionato di Serie B ottenendo la promozione in massima serie che mancava da 54 anni. Passato alla Sampdoria, segna il suo primo gol su assist di Roberto Mancini nel dicembre ’84 e al termine della stagione aiuta i blucerchiati a vincere il primo trofeo della loro storia, la Coppa Italia. Nel ’90, la doppietta contro l’Anderlecht nella finale di Coppa delle Coppe per la prima affermazione internazionale della Samp, prima dello Scudetto della stagione 1990-91. Vialli segna a San Siro contro l’Inter nel match decisivo che dà la certezza ai genovesi del titolo.

La stagione successiva è amara per la sconfitta in finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona, ma l’approdo alla Juventus apre nuovi fronti. Prima la Coppa UEFA, poi lo Scudetto che mancava ai bianconeri da 9 anni e la Champions League, il 22 maggio 1996, insieme a due ex compagni alla Samp che erano con lui la notte di Wembley 4 anni prima, ossia Vierchowod e Lombardo.

L’approdo al Chelsea

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Mandatory Credit: Craig Prentis /Allsport

Al Chelsea riveste il ruolo di calciatore-allenatore. Permette ai Blues di vincere un trofeo dopo quasi 30 anni, la FA Cup nel ’97 dopo che l’ultima vittoria risaliva al 1970. Vince anche la Supercoppa Europea e la Coppa delle Coppe. Vialli è l’unico attaccante della storia ad aver vinto tutte le tre Coppe internazionali per club principali – Champions, Coppa UEFA e la defunta Coppa delle Coppe – e uno dei nove capaci di tale impresa – Blind, Brio, Cabrini, Muhren, Scirea, Tacconi, Tardelli e Vitor Baia, come sottolinea il giornalista Giuseppe Pastore.