“Gioco un altro anno e poi mi ritiro”: piange tutta Napoli | È finita una carriera fantasmagorica

Napoli esultanza

Napoli, storica esultanza - ansa - calcioinpillole

Tante tristezza a Napoli per le dichiarazioni di un azzurro che sta pensando di porre fine a una carriera fantasmagorica.

Il barrage per Euro 2024 avrà pure fatto gioire la Georgia, qualificata per la prima volta a una fase finale delle kermesse continentale, ma il Napoli ha perso a Khvicha Kvaratskhelia proprio per lo scontro diretto contro l’Atalanta.

Una brutta notizia confermata dagli esami strumentali a cui è stato sottoposto la stella georgiana, tornata a brillare di luce propria sotto l’egida Calzona e per la seconda volta da quado è atterrato in Italia, in doppia cifra. Non ci sono dubbi sulla sua defezione, a causa di una forte contrattura del muscolo adduttore della coscia sinistra”. Non a caso da quando è tornato a Napoli, Khvicha Kvaratskhelia ha soltanto svolto terapie e palestra.

“Ha un’elongazione dell’adduttore e accusa crampi in entrambi i muscoli della tibia”. Aveva detto Dato Kharabadze, il medico sociale della nazionale georgiana. Parole confermate da Enrico Castellacci, ex storico medico della Nazionale Italiana, che comunque tranquillizza i tifosi azzurri per il rush finale di stagione.

“Se c’è stata elongazione dell’adduttore significa che c’è uno stiramento. Inoltre il dottore dice ritornerà ad allenarsi, ma se ha avuto un’elongazione non può tornare ad allenarsi a pieno regime. Giocando contro l’Atalanta – spiega Castellacci, sempre ai microfoni di Radio Kiss Kiss – rischierebbe infatti di rendere più grave il suo infortunio e credo che il Napoli non voglia rischiare”.

Il canto del cigno

Ma c’è un’altra notizia da lacrimuccia per tutto il popolo azzurro. Uno degli idoli del Napoli, un figlio adottato del Vesuvio, a tal punto che gli è stato addirittura cambiato nome. Il nome più famoso della città, prima ancora di Diego.

“Credo che continuerò almeno per un altro anno perché mi diverto e gioco spesso”. Il crepuscolo di Dries Mertens parte da qui. “Ciro” Mertens non è stato un giocatore qualunque per gli azzurri, basterebbero due dati: 9 stagioni, 397 presenze e 148 gol complessivi. Ma c’è molto altro.

Dries Mertens
Dries Mertens – ansa – calcioinpillole

Tutto ebbe inizio nel 2013

L’incredibile storia d’amore tra il Napoli e Mertens iniziò nel 2013, quando Dela regalò il suo primo rinforzo a Rafa Benitez, preso per soli 10 milioni di euro. Fu Sarri a svoltargli la carriera provandolo come falso nueve. Diventa il fulcro della manovra offensiva azzurra, supera Hamsik per diventare il miglior marcatore di tutti i tempi del Napoli.

Dries diventa Ciro, entra nel cuore dei tifosi, un sentimento ricambiato. Posillipo “gli aveva preso l’anima” ha più volte ribadito. Suo figlio si chiama Ciro proprio all’anagrafe, tanto per far capire il legame di Mertens con la città. Peccato solo per lo scudetto mancato, uno su tutti, quello dei 91 punti con Sarri. Al Galatasaray giocherà per un altro anno, poi l’addio al calcio. Non certo al cuore dei napoletani.