Gravina: “Vincere il prossimo Mondiale? Intanto pensiamo a qualificarci”

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(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Il presidente della FIGC Gabriele Gravina è stato ascoltato ai microfoni dello Sport Industry Talk organizzato dal Corriere della Sera. Gravina è stato interrogato su tanti temi tra cui anche il Mondiale senza Italia e dei motivi per i quali, secondo il presidente, non ha centrato la qualificazione a Qatar 2022. Queste le sue parole:

“Non andremo ai Mondiali per una legge fondamentale dello sport, c’è la vittoria ma c’è anche la sconfitta. Purtroppo abbiamo avuto coincidenze negative, sbagliando due calci di rigore che ci hanno penalizzato, ma sempre ai rigori abbiamo vinto il titolo europeo. A prescindere dal risultato, mancata qualificazione mondiale o vittoria europea, abbiamo l’esigenza di investire moltissimo in due asset fondamentali: strutture e settori giovanili. Mi sembra che già ieri, seguendo un po’ le immagini che sono del cambio di filosofia, devo dire che c’è un orientamento nuovo. Se il futuro sia roseo o meno non lo so, ma abbiamo voglia di impegnarci in questa direzione. Per questo devo ringraziare la Lega di A e la Lega B, il futuro per i Mondiali 2026 non lo so ma l’impegno sarà tanto e tale che… Lo vinceremo? Pensiamo intanto ad andarci”

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I problemi dell’Italia secondo Gravina oltre il Mondiale

Il presidente ha speso anche delle parole importanti sul disequilibrio tra costi e ricavi che regna nel nostro sistema calcio e la possibilità di ospitare gli Europei del 2032:

“L’indebitamento è una criticità endemica nella storia del calcio. Abbiamo una produzione di disequilibrio tra ricavi e costi. Siamo arrivati ad un rapporto altissimo tra costo della produzione e valore del lavoro, il mondo del calcio oggi non ha patrimonio. C’è mancanza di finanza e dobbiamo agire anche in questa direzione, grazie ad alcuni spot di società che ottengono risultati sportivi altamente significativi pur avendo ridotto il costo del lavoro. Oggi mi hanno ufficializzato la possibilità di ospitare l’Europeo 2032, un evento che potrà aiutare lo sviluppo infrastrutturale. Dobbiamo investire molto a livello giovanile, forse dobbiamo fare qualcosa sulla famosa lista dei 25 o comunque fare capire che l’obbligo di utilizzare i giovani serve a scoprire una vocazione. Tutto questo richiede una rivisitazione per incrementare i ricavi, dobbiamo valorizzare il brand e renderlo appetibile. la riforma del calcio italiano passa anche attraverso coinvolgimento e confronto costante e continuo. Io presiedo la commissione UEFA sulle licenze: abbiamo avuto un confronto con la Unione Europea, non c’è possibilità per il tetto salariale.”

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Così il presidente della FIGC Gabriele Gravina all’evento del Corriere della Sera. Il presidente è preoccupato per lo sviluppo del calcio in Italia che potrebbe vedere degli scenari ben peggiori rispetto ai quali siamo abituati oggi. Tra pochissime settimane ci sarà il Mondiale e Gravina ha già detto che non andrà in Qatar.