Guerra tra Armenia e Azerbaigian, Mkhitaryan chiede la pace

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Tra poche ore affronterà la Juve all’Olimpico nell’attacco della Roma – che ritrova l’ariete Edin Dzeko – ma Henrik Mkhitaryan in queste ore non ha voluto esimersi dal prendere posizione sull’attacco aereo che l’Azerbaigian ha sferrato la scorsa nottecontro la “sua” Armenia nella regione del Nagorno Karabakh. E lo ha fatto con tre tweet partiti dal suo account ufficiale, che recitano: “Stamattina mi sono svegliato apprendendo dell’attacco dell’esercito azero sul Nagorno – uno stato de-facto indipendente popolato da Armeni, indirizzato alla popolazione civile a Stepanakert e nelle aree circostanti. Abbiamo il diritto inalienabile di vivere nella nostra patria senza una minaccia esistenziale. I nostri figli hanno il diritto di vivere in pace piuttosto che nascondersi nei rifugi. Sono sempre al fianco della mia nazione. Chiedo alla comunità internazionale di intervenire con urgenza e aiutare a fermare le azioni militari contro la pace e la sicurezza regionali“.

Il Nagorno Karabakh è una regione secessionista dell’Azerbaijan, popolata principalmente da armeni e sostenuta dall’Armenia, contesa dai due Paesi e teatro di una guerra che, nei primi anni ’90, ha provocato oltre trentamila morti. Un conflitto irrisolto da ormai quasi trent’anni, con picchi di alta tensione come quello della notte passata, condannato tanto dalla Russia (che in Armenia ha una base militare) quanto dall’Unione Europea, che hanno chiesto un immediato “cessate il fuoco” ai combattenti. Un altro attore regionale rilevante, la Turchia – secondo le parole del ministro degli Esteri riprese dall’agenzia turca Anadolu – ha invece preso posizione a favore dell’Azerbaijian “condannando con forza l’attacco armeno, che ha provocato vittime civili, una “chiara violazione delle leggi internazionali”.

Mkhitaryan è sempre stato molto sensibile alla situazione politica del suo Paese d’origine: va ricordato che, prima di trasferirsi alla Roma, quando militava nell’Arsenal, saltò volontariamente la finale di Europa League 2018/2019 contro il Chelsea – nonostante le rassicurazioni della Uefa e del comitato organizzativo – perché il match si disputava a Baku, in Azerbaigian, temendo attentati ai suoi danni.