Ibra-Silvestri ma non solo: quando il trash talking entra nel calcio

JOHN MACDOUGALL/AFP via Getty Images

L’ultimo l’hai sbagliato vero?

Queste le parole dette da Marco Silvestri a Zlatan Ibrahimovic durante Milan-Verona. Il maestro dei duelli mentali sfidato da un portiere di provincia di Serie A, che l’ha avuta vinta, visto che il pallone calciato dallo svedese ancora deve toccare terra.

In NBA quello di Silvestri verrebbe definito ‘trash talking‘. Letteralmente, linguaggio sporco, spazzatura. L’arma più importante nella guerra psicologica, che nello sport ha fatto vincere più di qualche battaglia.

Ma che ruolo ha o potrebbe avere il trash talking nel mondo del calcio?

Il caso più famoso di ‘linguaggio spazzatura’ avuto nel mondo del pallone ha avuto un palcoscenico planetario. Tutto il pianeta ha assistito alla testata di Zinedine Zidane nella finale dei Mondiali di Germania 2006. Un gesto foille, che ha regalato quell’Italia-Francia alla storia, così come i protagonisti di quell’accaduto: Zizou – che si era regalato già per qualche merito ai posteri – e Marco Materazzi. Come evidenziano i filmati e le testimonianze dei due, una delle reazioni più clamorose di sempre nello sport arrivò dopo le provocazioni verbali di Matrix. A conferma di come queste giocano un ruolo spesso decisivo.

E’ l’episodio della mia vita del quale più mi vergogno. Non della vita sportiva, della vita tutta, a trecentosessanta gradi. Me ne
vergogno così tanto da averlo immediatamente rimosso: se non ci fosse stato il filmato avrei negato“. Così Francesco Totti, nella sua biografia ‘Un Capitano’ parla così dello sputo rifilato a Christian Poulsen. Il gesto famigerato in Euro2004 che costò tre giornate all’eterno numero 10. A dimostrare come i casi di trash talking nel calcio (forse) sono più isolati, ma portano a dei gesti incredibili.

Stesso gesto e stessa furia (solo in parte) agonistica per Douglas Costa. Nel novembre 2018 l’esterno allora alla Juventus sputò a Federico Di Francesco, colpevole di averlo ampiamente provocato nel corso del match. Come in altri casi, anche Di Francesco jr fu autore di frasi che preferiamo non riportare ma che spesso fanno da miccia per reazioni poi implacabili ma in fondo prevedibili.

Sempre Totti, sempre nel 2004, questa volta in campionato. Un gesto molto più ‘sportivo’ nella sua antisportività. Il riferimento, forse già colto da molti, è a quell’eloquente “4 e a casa” con cui il Pupone salutò gli avversari durante un Roma-Juventus vinto 4-0 dai giallorossi. La foga calcistica porta a molti sfottò tra i tifosi, e a volte regala alcuni frame di questo tipo anche tra i protagonisti. E tra qualche avversario che ha mal digerito e il popolo giallorosso in visibilio, Totti regalò quella partita alla storia anche grazie a quel gesto.

E’ chiaro che ogni sport ha il suo linguaggio, più o meno trash. Dopo il grande successo di ‘The last dance‘, il portale britannico ‘The Indipendent‘ ha provato a fare un parallelo tra il protagonista principale della serie, Michael Jordan, e i suoi possibili corrispettivi nel mondo del calcio. Ma secondo molti, né CR7Messi avrebbe potuto dare vita ad un clima di quel tipo, tra spogliatoio e partita, anche per l’incapacità – ed è strano usare questa parola per due fenomeni così – di fare del sano trash talking.

D’altronde, parliamo anche di mondi diversi. Senza addentrarci nei fondamentali cestistici, nel mondo del basket il contatto corpo a corpo è punito più severamente, per cui il linguaggio verbale è l’arma principale per farsi valere anche a livello psicologico.

Nel calcio, sono famosi i casi di giocatori ‘ruvidi’ o perfino ‘scorretti’, abili nel non farsi sorprendere nelle proprie bravate.

Il caso Silvestri-Ibra è venuto alla luce anche grazie al silenzio assordante degli stadi senza pubblico. E se vogliamo, ricorda un faccia a faccia di un derby post-Triplete sempre tra lo svedese e Julio Cesar. In quella circostanza Zlatan non perse l’occasione per segnare e rinfacciare il tutto all’avversario.

Lo sport alla fin fine è una questione anche di testa. Qualcuno direbbe soprattutto. Per vincere in campo, non puoi non dominare anche la disputa psicologica. Ma ci sono diversi tipi di giocatori. Tra chi preferisce far parlare i piedi e i fatti, e chi senza un po’ di trash talking non riesce a dare la propria impronta.

Di sicuro, c’è da dire che alcuni casi celebri hanno regalato allo sport pagine incredibili – a volte anche in negativo – di storia. Non possiamo far altro che rimanere in attesa delle prossime. Aspettando che il pallone calciato da Ibra ritorni nell’atmosfera terrestre…