Ibrahimovic presenta il suo nuovo libro: “Adrenalina? Per me è lo scudetto”

Ieri sera Zlatan Ibrahimovic, il sempre verde centravanti del Milan, ha presentato ufficialmente il suo nuovo libro a La Triennale di Milano. Adrenalina – My untold stories pieno di aneddoti e confidenze del campione, è già disponibile negli store. L’evento di ieri sera, che ha svelato al grande pubblico l’opera, è stato presentato da Amadeus. Il conduttore, amico di Ibra, lo aveva voluto anche nello scorso Sanremo. Parte dell’intervista fatta al fuoriclasse svedese è stata riportata da Radio Rossonera. Di seguito le parole di Ibrahimovic:

Il significato di Adrenalina. “L’adrenalina mi arriva con gli obiettivi che mi pongo. Ogni giorno mi sveglio con dei dolori, ma grazie all’adrenalina vado avanti. La rovesciata di Udine mi porta avanti, non ho vinto e mi brucia, non sono felice. Anche questa è adrenalina per la prossima partita. Quest’anno è lo scudetto? Sicuro.”

Il ritorno al Milan. “Al mio arrivo era tutto più complicato, però abbiamo messo insieme il gruppo. Tutti hanno capito cosa serve per arrivare agli obiettivi: sacrificio, corsa. Abbiamo creato un’atmosfera meravigliosa. Poi c’è stata la pandemia. Pioli ha uno staff fantastico, ho avuto tanti allenatori con staff differenti. Con lui il gruppo va verso lo stesso obiettivo. Purtroppo Sabato non abbiamo vinto, se avessi fatto due gol avremmo vinto.”

Cosa serve per lo Scudetto. “Il segreto per vincere lo scudetto? Dipende da come ci si allena e da come si giocano le partite. Ogni giorno per me è una finale. Arriva Ibra che mette pressione, per dare energia e adrenalina a tutti. Allenarsi e giocare bene le partite è fondamentale.”

La sua mentalità. “Dopo l’infortunio che ho avuto che mi ha fatto stare fuori un anno ho capito che il calcio per me è tutto. Ho paura di smettere perché non so cosa ci sarà dopo. A Sanremo avevo paura della multa se non mi fossi presentato (ride, n.d.r.). Comunque, sto dimostrando che con la mentalità giusta posso fare ancora la differenza. È tutto recupero e voglia che ci metto. Poi ho una mentalità: ‘Perché essere normale quando puoi essere migliore’. È così.”

Futuro da allenatore? Finché sono attivo penso solo a giocare a calcio. Fare l’allenatore è un lavoro difficile, devi trasmettere le tue idee a 25 giocatori diversi. Bisogna fare la scuola per allenatori”.