Il calcio piange Omolade, morto a 39 anni. Uno dei primi simboli alla lotta al razzismo

Il calcio piange la morte di Akeem Omolade Oluwuashegun, ex attaccante nigeriano del Treviso e del Torino, che è stato ritrovato privo di vita all’interno della macchina di un suo amico nel quartiere di Ballarò. É ricordato da tutti per essere stato uno dei primi simboli alla lotta contro il razzismo, quando fu acquistato dal Treviso agli inizi degli anni 2000. Nel 2003 è arrivato addirittura a giocare in Serie A con il Torino.

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(Photo by Aitor Alcalde/Getty Images)

Le presunte cause della morte

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(Photo by Ronald Martinez/Getty Images)

Come riporta il quotidiano siciliano, Palermo Today, il giocatore è stato ritrovato privo di vita questa mattina in una Peugeout di un suo amico. Da un primo riscontro il corpo non presentava lesioni esterne, quindi è stata eslcusa la morte per violenza. Secondo altri accertamenti il giocatore nei giorni scorsi si era recato più volte in ospedale per un dolore alla gamba che non è mai riuscito a guarire. Proprio in mattinta avrebbe dovuto svolgere un altro esame al Policlino, ma, poichè non riusciva a camminare, si è fatto venire a prendere da un suo amico. Appena salito in macchina, però, Omolade si è subito sentito male. I soccorritori non hanno pituto fare nulla. Ora i carabinieri stanno cercando di capire cosa avrebbe causato la sua morte. Il giocatore lascia un figlia piccola.

Omolade, primo simbolo contro il razzismo

Il giocatore viene ricordato per essere stato uno dei primi simboli alla lotta contro il razzismo. Quando nel 2001 fu acquistato dal Treviso, i tifosi del club veneto, ritirarono gli striscioni e abbandonarono lo stadio contro il suo acquisto. Il motivo? Non erano d’accordo che fosse stato acquistato un calciatore di colore. In occasione del match successivo contro il Genoa, tutti i giocatori e lo staff scesero in campo con il volto dipinto di nero in risposta alle discrimiazioni.