Il nuovo DPCM frena il calcio amatoriale, non i dilettanti: cosa cambia

Spadafora

Photo Alfredo Falcone - LaPresse

Il nuovo DPCM (firmato in nottata) frena il calcio amatoriale, mentre lascia un po’ di respiro ai dilettanti e alle giovanili che hanno integrato il protocollo anti-COVID. La stangata che si temeva è arrivata. Tutti gli sport di contatto saranno da oggi soggetti (nuovamente, purtroppo) a severe restrizioni.

Non sarà più possibile, quindi, andare a giocare con gli amici a calcetto, né continuare i moltissimi tornei amatoriali che avevano preso il via a inizio settembre. Come per le discoteche, infatti, dopo la riapertura in molti avevano pensato positivamente al periodo estivo e all’autunno. Quindi si erano organizzati tornei di calcetto, calciotto, calcio a 11 e diverse manifestazioni amatoriali legate al calcio di strada. Invece, arriva la nuova chiusura e l’intero sistema rischia di saltare.

Perché il calcio dei professionisti trema solamente per le grigie prospettive riguardanti il ritorno dei tifosi negli stadi, mentre milioni di appassionati e amatori dovranno dire addio agli scarpini. Infatti, si allontana nuovamente la possibilità di un ritorno dei tifosi sugli spalti, e questo influirà negativamente sui ricavi dei club nostrani.

Come detto, questo discorso non riguarda solamente il calcio. Rientrano in questo DPCM tutti gli sport di contatto: rugby, basket, pallamano, pallanuoto. Tantissime attività dovranno interrompersi, sperando di poter riprendere appena questa seconda ondata sarà terminata.

Il nuovo DPCM frena il calcio di noi appassionati. Di chi sale in macchina per andare a giocare in polverosi campi di periferia, di chi sacrifica una serata sul divano per una birra con gli amici nel post-partita. Il calcio che si ricorda a distanza di anni, con un “quella volta che stavo per tirare…”. Il nostro calcio, che nuovamente si ferma, e che torna a essere solo un desiderio.

Il problema, ovviamente, non è legato allo sport, ma alla diffusione esponenziale che sta avendo nelle ultime due settimane il COVID-19. La pandemia è tornata a registrare numeri allarmanti, e le attività sportive sono viste come un involontario veicolo di trasmissione del virus.

La risposta sarà dunque la linea dura proposta e supportata dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, coadiuvato dall’opinione favorevole del Comitato Tecnico Scientifico. Il Consiglio dei Ministri, come facilmente prevedibile, continuerà a seguire con attenzione e fermezza lo sviluppo della pandemia. Non sono escluse ulteriori chiusure nel prossimo futuro: anche il calcio giovanile e dilettantistico, in quel caso, potrebbe doversi fermare.

Perché questo stop parziale è merito del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che ha spinto per “premiare” le società che avevano voluto prendere parte al protocollo. Dopo il tracollo di molte società dilettantistiche durante il lockdown, un nuovo blocco potrebbe portare il sistema calcio al collasso. In un 2020 che non sembra voler trovare pace, purtroppo non solo nel mondo del calcio.

Per ora, ciò che è certo, è la verità inconfutabile fornitaci qualche istante fa: il Consiglio dei Ministri con il nuovo DPCM ferma il calcio amatoriale. Ancora una volta.