Il PSG affida i propri sogni a Neymar, il “bello di notte”

Neymar

(Photo by Laurent Guerin/ E Press Photo)

“Bello di notte”. Così l’avvocato Giovanni Agnelli chiamava Zibi Boniek, che nella sua esperienza juventina dava il meglio di sé nelle partite serali. Si accendeva negli appuntamenti più importanti, essenzialmente quindi nelle Coppe Europee. Proprio come Neymar, che al PSG, in questi anni, ha mostrato più volte una certa insofferenza, persino malcelata, per le partita non di primissimo piano. Talento smisurato, quello del brasiliano, capace di brillare accanto a Messi e accanto a Mbappé. Forse i più grandi talenti della rispettiva generazione.

In mezzo, per età e qualità, Neymar ha un posto d’onore. L’ha dimostrato, casomai ce ne fosse stato bisogno, nel doppio confronto contro il Bayern Monaco, nei quarti di finale di Champions League. Con due prestazioni sontuose ha messo in imbarazzo una delle difese più solide del mondo. E se in Ligue 1, in quasi quattro stagioni, ha giocato appena 66 partite, in Champions League ha trovato maggiore continuità. E, soprattutto, qualità. Questa potrebbe essere la stagione giusta per regalare al PSG l’agognata Coppa dalle grandi orecchie, l’unico trofeo che, in fin dei conti, conta davvero.

Anche se, alla fine della stagione, i parigini rischiano di rimanere clamorosamente a bocca asciutta. Un anno fa, ci andarono vicini, nonostante un format sperimentale ed emergenziale con sui si concluse la competizione. Quest’anno, specie con l’arrivo di Pochettino, il PSG sembra una macchina ancora più perfetta, ma di fronte, stasera, nell’andata delle semifinali, c’è il City di Guardiola. Ossia, il peggior cliente possibile del lotto delle quattro. Riuscirà Neymar, in società con Mbappé, a caricarsi sulle spalle la squadra e provare a guidarla per la seconda volta di fila in finale di Champions League?