Insigne: “A Napoli mi sono sentito amato, ma qualcuno non mi ha compreso”

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(Photo by Stefano Guidi/Getty Images)

Lorenzo Insigne cercherà di guidare il Napoli nella sfida scudetto contro l’Inter, tornando titolare pronto ad imbeccare Vicstor Osimhen. Il sogno di vincere il Tricolore è insito negli occhi e nella testa del capitano partenopeo, che è nato, cresciuto ed è diventato uomo in Campania. A giugno, però, le strade fra la patria (non solo calcistica) di Insigne e il calcio giocato si allontaneranno: prossima tappa Toronto, la Grande America. Insigne, ai microfoni della rivista rivistaundici.com, ha sottolineato come a Napoli sia cresciuto e quanto sia stato amato, nonostante qualcuno non lo abbia mai capito.

Insigne, le sue parole

Insigne ai microfoni della rivista sportiva ha così parlato. Sugli inizi: “Il mio primo pallone è stato un Super Santos, arancione, leggero, non leggerissimo come il Super Tele che era impossibile da controllare: seguiva il vento. Giocavo in strada, mettevamo dei mattoncini come porte, si sapeva quando si cominciava e non si sapeva quando si finiva. C’era una specie di campetto dove fare due contro due, tre contro tre, una gabbia, mi divertivo così”.

Sui compagni di viaggio: “Eppure, sapevo che non tutti potevano arrivare. Penso a Emmanuele Esposito, un ragazzo che era con me nel settore giovanile del Napoli, fortissimo, lo giuro, un giocatore di una qualità pazzesca, non ho mai visto nessuno con la sua tecnica. Spostava la palla in un centimetro. La controllava con i piedi come si farebbe con le mani. Adesso gioca con l’AZ Picerno, in Lega Pro. Poteva fare una grande carriera. Sai quanti ce ne sono di ragazzi napoletani che non hanno avuto la mia fortuna?”.

Sulla poca comprensione di qualcuno: “La gente si è sempre aspettata tanto da me. Ho cercato di ricambiare. Ho avuto degli screzi qualche volta coi tifosi e mi dispiace. Un capitano è un garante per le persone che amano la squadra, io credo di aver sempre assicurato che il Napoli non venisse meno all’impegno in campo. Come dicono i tifosi in curva: al di là del risultato. Vuoi sapere che cosa Napoli non ha capito di me? Ho un carattere particolare. So scherzare con tutti, ma all’inizio tengo le distanze. Per alcuni tifosi è superbia, sembra che me la voglia tirare. È solo un atteggiamento di difesa. Qualcuno non mi ha mai compreso al 100 per cento. Chi mi conosce davvero, sa come sono fatto”.