Insigne, quando il capitano fa affondare la nave. Juventus nel destino

Insigne, Juventus

(Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Che serata. L’accezione è ovviamente negativa. Poteva essere il trampolino di lancio, verso una risalita che rispecchierebbe, in toto, i valori tecnici del Napoli. Un trofeo per ricominciare, per dare la caccia a quelle milanesi che corrono. Poteva essere la conclusione perfetta, invece, ne viene fuori una partita fumosa dove, il capitano Insigne, invece di trascinare e dare la forza al gruppo, ha letteralmente affondato la nave contro la Juventus, nel momento in cui le acque erano favorevoli. Il tecnico Gattuso, a fine partita, da vero condottiero, ha voluto esonerare il suo leader da responsabilità ma, purtroppo, queste ci sono. Le stesse parole del tecnico si contraddicono ma, non c’è da biasimarlo. L’ex Milan parla di partita decisa dagli episodi e, scavando scavando, uno degli episodi chiave è stato deciso da Insigne, in negativo.

Juventus nel destino

La Juventus è nel destino di Insigne perché, i tre rigori sbagliati contro i bianconeri, evincono che, il club di Agnelli, rappresenti il giudice che, sistematicamente, sentenzia sulla mentalità degli azzurri e, transitivamente, su quella del loro capitano. In stagione, Lorenzo Insigne aveva già tradito i suoi, nel match contro l’Inter. Una partita dove, le qualità dei partenopei, avevano messo in seria difficoltà banda di Conte, ben attrezzata per arrivare fino in fondo. Poi il rigore e l’espulsione proprio di Insigne che, ad una già dura serata, mette il punto esclamativo sulla partita.

Non si smette mai di crescere

Mentalità, veleno, rabbia, attaccamento alla maglia. Concetti e principi che spesso vengono sbandierati, con eccessiva sicumera, non solo in casa Napoli. Ma si riparta dalla base, dal ruolo del capitano, il faro che deve aprire la strada nei momenti duri, piuttosto che oscurarli. Perché se le acque sono agitate, non può essere il capitano a far affondare la nave. Uno spunto per crescere, per il Napoli. Ma anche per Insigne, anche a 29 anni. Perché non si smette mai di crescere ed imparare.