Inter, Bastoni si apre: “Idolo Sergio Ramos, Inzaghi è come Mancini”

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(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

È campione d’Italia con l’Inter, campione d’Europa con l’Italia, titolare inamovibile di Inzaghi, ed ha soli 22 anni: parliamo di Alessandro Bastoni. Il difensore centrale si è aperto in un’intervista della Repubblica, parlando di sé, dell’Inter, della nazionale e di tanti altri argomenti. Le sue parole:

Quando hai capito di essere diventato un calciatore?

“A Parma in Serie A. Alla prima da titolare ho detto: ‘Ale, se fai bene questa è fatta’. Abbiamo vinto a Torino e ho finalmente potuto prendere in giro mio papà”.

Come si trasforma il talento in successo

“Nelle giovanili dell’Atalanta ho incontrato ragazzi più talentuosi di me. Mi allenavo con compagni più grandi, facevo fatica. Mio padre mi ha insegnato a non mollare. Per anni mi ha accompagnato da Cremona a Zingonia e ritorno, 130 chilometri senza mai farmelo pesare. In un’altra famiglia, forse, farei un altro mestiere”.

L’idolo di Bastoni

“Senza dubbio Sergio Ramos. Ammiro tutto di lui, come sta in campo, la personalità. Per il compleanno mi ha regalato la sua maglia. Ho anche potuto parlarci”.

Dove può arrivare l’Inter questa stagione?

“Bello avere lo scudetto sul petto, proveremo in tutti i modi a tenercelo. Poi c’è la Champions…”

In campo vi divertite?

“Sì, Inzaghi ci ha dato la libertà che permette di ricordarci che il calcio è un gioco. Tranne quando perdi”.

Sull’entrata in area a suon di dribbling contro il Cagliari

“Ogni tanto mi piace uscire dalla mia zona. Vista l’occasione, ho provato a segnare, ma non è andata bene. Speriamo nella prossima”.

Su Gasperini, Conte, Mancini e Inzaghi

“Se dovessi formare delle coppie metterei Gasperini con Conte, e Mancini con Inzaghi. I primi due sono sempre sul pezzo. Inzaghi e Mancini, oltre al fortissimo impegno, curano il contatto umano. Il risultato è che sei più rilassato nei momenti cruciali. “Oggi con Inzaghi abbiamo meno possibilità di contropiede. Edin e Romelu sono diversi, ci siamo adattati”.

Il pensiero sull’Italia se non si dovesse qualificare al Mondiale

“Non è neanche nell’anticamera del nostro cervello. Siamo campioni d’Europa in carica, dobbiamo farcela”.

Sul Pallone d’Oro

“Visto che io non ero in lista, lo meritava Lewandowski o Jorginho”.

In Nazionale deve ancora batterli Jorginho i rigori?

“Certo, come Lautaro all’Inter. Solo chi non tira i rigori non li sbaglia”.