Grifo: “Vicino a Lazio e Fiorentina, ecco perché sfumarono, ora l’Europeo”

OneFootball - (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Dopo la doppietta all’Estonia con la maglia azzurra, Vincenzo Grifo si è prepotentemente preso la scena, mostrando le sue qualità finora ignote in Serie A. Il giocatore del Friburgo, infatti, non ha mai calcato i campi della massima serie nostrana. L’esterno classe 1993, tuttavia, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ha rilasciato un’intervista in cui svela di esser stato vicino al campionato italiano, più precisamente a Lazio e Fiorentina, ecco le parole di Grifo.

Vicino alla Lazio

In merito ad un possibile trasferimento alla Lazio, Grifo afferma: “Avevo 18 anni e Tare era intenzionato a tesserarmi per i biancocelesti, mi voleva a tutti i costi a Roma. Ma insieme ai miei parenti decisi che era meglio stare vicino alla mia famiglia. Ero troppo giovane. Era la prima volta che uscivo di casa e preferimmo la vicina Hoffenheim”.

Possibile trasferimento alla Fiorentina

Non solo i biancocelesti tra le possibili avventure. Nel corso dell’intervista, Grifo svela di come sia stato vicino alla Fiorentina, oltre che alla Lazio: “Sì, è successo nell’estate del 2019: ero di nuovo all’Hoffenheim e quella proposta sulle prime mi sembrava interessante ma, mentre riflettevo, il club viola prese Ribery e Boateng. E a quel punto era meglio rimanere in Germania. Se ha pesato l’aspetto economico? Assolutamente no. Sono soddisfatto del mio percorso in Bundesliga e ogni mio passo è legato alle prospettive tecniche. Non mi sono mai mosso per i soldi. Pentito? Sulle prime sì, perché all’Hoffenheim non è andata come mi aspettavo. Meno male che, poi, al Friburgo ho trovato l’ambiente giusto. Grazie all’allenatore, Christian Streich, che sa sempre prendere il meglio da me, nel 4-4-2, nel 5-2-3 o nel 4-3-3. Io faccio l’ala di mestiere, ma se c’è da aiutare i compagni torno volentieri indietro”.

Futuro approdo in Serie A e squadra del cuore

Grifo replica, in merito alla possibilità di approdare in Serie A in futuro: “Sono orgoglioso di essere italiano e mi piacerebbe giocare un giorno in Serie A… Ma a 27 anni devo essere razionale: cambio solo per un’opportunità vera. Insomma, se arrivasse una grande, mai dire mai. Squadra del cuore? Avevo sette anni quando mio nonno e mio padre mi regalarono la felpa di Roby Baggio dell’Inter: quei colori nerazzurri mi stregarono subito. Ma ora sono un professionista, ho messo alle spalle le passioni da bambino”.

Obiettivi con l’Italia

Dopo esser stato il primo giocatore a segnare con la Nazionale, senza aver mai giocato in Serie A, Grifo non vuole fermarsi e si prepone nuove sfide: “Beh, meritarmi la convocazione per l’Europeo. So che non è scontato e devo impegnarmi al massimo per raggiungere questo traguardo. Intanto nel Friburgo sono partito con due gol e quattro assist. Ce la metto tutta. Per cambiare avrei bisogno di un progetto. In passato, almeno due volte, ho sbagliato a cambiare club. Perciò mi sono ripromesso di non farmi prendere dalla fretta. È fondamentale trovare un allenatore che creda in te. Con Mancini è andata proprio così. Una nuova esperienza di club? Mai dire mai”.