Italia: l’attacco non punge, servono nuove soluzioni

(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

L’Italia non è riuscita a sfondare il muro dell’Irlanda del Nord, dimostrandosi ancora una volta carente nelle soluzioni offensive e scarica dal punto di vista psicofisico. Il pareggio del Windsor Park ha scaraventato gli azzurri nel limbo playoff, un evento che scatena tremendi ricordi nella nostra memoria, ma che serve a prendere atto degli attuali problemi, dando il giusto tempo a Mancini per raddrizzare il tiro.

Il primo elemento che salta all’occhio della prestazione azzurra sta nella mancanza di smalto e lucidità. Molti dei calciatori sono apparsi stanchi e con una condizione fisica non ideale, complici i tanti, tantissimi impegni con i rispettivi club. Jorginho vive il suo momento più complicato da quando veste la maglia della nazionale, e il suo calo fisico e mentale va inevitabilmente ad influire sul gioco della squadra. Inoltre non esiste un calciatore che, a livello di caratteristiche, possa dargli un giusto ricambio, e questo alla lunga può diventare un limite per la nostra nazionale. Pesa anche l’assenza di Marco Verratti, il cui spessore tecnico rappresenta un vero e proprio valore aggiunto per la squadra, sia nella gestione della palla che nella ricerca di soluzioni fra le linee. Il centrocampista del PSG è una delle poche figure in grado di costruire costantemente calcio negli ultimi 20 metri, ed il poter tenere con costanza la palla in quella zona di campo aumenta a dismisura le soluzioni offensive. La competitività attuale richiede un giusto mix di qualità e dinamismo, ed in questo senso una soluzione futura potrebbe essere Samuele Ricci, gioiello dell’Empoli e dell’U21, un profilo dalle potenzialità importantissime e già dotato di una splendida spavalderia tecnica.

Arriviamo alla vera nota dolente del momento azzurro: La fase offensiva. Gli azzurri segnano poco da ormai da diverse partite, e la causa di ciò risiede in diversi fattori. Il problema più evidente sta nella resa di Belotti e Immobile, calciatori che in nazionale cambiano completamente volto, rispetto a quanto si vede nei club. Corsa e sacrificio sicuramente non mancano, ma l’adattamento alla maglia azzurra non è sempre scontato, e la differenza di dettami tattici spesso può influire in negativo. Contro l’Irlanda del Nord Mancini ha tentato la soluzione falso nove, rivelatasi poi inefficace nell’economia del match. Giocare con un attaccante di movimento può essere un’ottima soluzione, visto il tipo di calcio che propongono gli azzurri, ma la squadra non è abituata a questa proposizione tattica, ed i meccanismi risultano acerbi e poco efficaci.

A questo punto si arriva ad un’importante crocevia tattico in vista del futuro: Abituarsi a giocare con il falso nove oppure restaurare i centravanti della rosa, sperando di poter ritrovare il miglior Immobile. Insigne ha dimostrato di non essere predisposto per giocare al centro, in quanto la sua forza sta proprio nel partire dall’esterno. Tuttavia nella rosa azzurra sono presenti calciatori come Raspadori, Pellegrini e Zaniolo, figure che avrebbero la giusta estensione tecnico/tattica per interpretare quel ruolo. Riprendere la strada del centravanti potrebbe portare, nel prossimo futuro, anche a Lorenzo Lucca, che sta mostrando delle potenzialità importantissime ed una completezza che non si vedeva da anni in quel ruolo.