Juve, al via l’assemblea degli azionisti: le parole di Agnelli e Nedved

Juve assemblea azionisti

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La Juve è pronta a voltare pagina, ed oggi all’Allianz Stadium si riunirà l’assemblea degli azionisti per determinare ed insediare il nuovo cda, che prenderà il posto di quello precedente guidato da Agnelli e Nedved. Ecco le dichiarazioni dell’ormai ex presidente e vice presidente del club, arrivati al momento del congedo definitivo dalla società.

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Juve, al via l’assemblea degli azionisti: parlano Agnelli e Nedved

Le parole di Agnelli
“Nel corridoio degli spogliatoi ci sono le foto dei capitani della Juventus. Negli ultimi giorni abbiamo perso due capitani che hanno la foto come Ernesto Castano e Gianluca Vialli, per questo motivo chiederei a tutti di fare un minuto di silenzio. Quando parliamo di calcio di cosa parliamo? Il calcio fa parte dell’industria dell’intrattenimento, è la principale attività all’interno dello sport. Guardo per cercare di capire quelle che sono le migliori soluzioni per la nostra industria alcuni dati degli investitori. Abbiamo enormi fanbase. Fanno riflettere i numeri delle acquisizioni dei club come Chelsea, Milan, Newcastle ma fanno ancor più riflettere quelli che sono gli investitori. In molti continuano a non comprendere la differenza fra un gioco e un’industria. Io ero presidente dell’ECA e membro del Comitato Esecutivo dell’UEFA, l’analisi era quella di un sistema insostenibile. Mi ha fatto abbastai effetto nella proposta di riforma del campionato di Lega Pro che in Italia si parli di disaffezione di tifosi, anche a questo livello ce ne si sta accorgendo. In quasi cent’anni hanno giocato in Serie A solamente 68 squadre, alcune di passaggio: ricordiamoci di questo quando parliamo di accesso alle competizioni. Mi viene da pensare che se io avessi volto maniere una posizione di privilegio mantenendo i miei ruoli evidentemente non avrei preso le decisioni che ho preso, Invece credo che il calcio europeo abbia bisogno di riforme, la Premier League attrarrà tutto il talento in pochi anni marginalizzando tutte le altre leghe. Però mi sembra evidente che tutti gli altri non vogliano affrontare questo tema mantenendo le loro posizioni di privilegio. L’auspicio è che la Corte di giustizia europea riconosco lo sport professionistico come un’industria. Auspico che questa sentenza possa aprire la strada a una gestione diversa del calcio. Ci tengo a ringraziare Real Madrid e Barcellona che assieme alla Juventus hanno deciso di andare in contro alle minacce della UEFA. C’è stata tanta attività svolta all’interno della Juventus, con grandissimo orgoglio. Ci sono stati un paio di interventi, lo sviluppo immobiliare del club. 400 milioni nell’ultimo decennio: lo Stadium, il JTC, il Museum, i negozi, il J Village e i miglioramenti su Vinovo. Uno dei risultati è stata la creazione del logo, che ci pone in una nuova dimension, ha dato una svolta rispetto all’immagine dei club a livello globale. Il coraggio di questa dimensione darà i suoi frutti nel tempo, darà un’ampia riconoscibilità nel club, a chi non è un sostenitore del calcio. Ti fa estendere il marchio in diversi ambiti. C’è stata la gestione di situazioni complesse: calcioscommese, Last Banner, Prisma. Alcune di queste da gestire nei prossimi mesi. I risultati sportivi sono motivo di grandissimo orgoglio. La prima squadra, le Women, soprattutto la Next Gen, che ha portato un trofeo al Museum. Stanno dando il loro frutto nell’inserimento dei talenti della prima squadra. Con perseveranza, dedizione e passione, possiamo avere il 50-60% della rosa della prima squadra che arrivi in 5-8 anni con evidenti, grandi benefici, mantenendo la competitività a livello nazionale e internazionale. Quanto esposto non sarebbe stato possibile senza le donne e gli uomini della Juventus. D’Angelo, Bertoli, i ragazzi del magazzino. (Agnelli elenca tutti i collaboratori della Juventus, compresi Fabio Paratici e Beppe Marotta, insieme a tutti gli allenatori)”.

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Le parole di Nedved
 “Non ho parlato spesso ma oggi mi sembra doveroso fare un saluto per ringraziare tutti voi. Quando sono arrivato qui ero un giovane giocatore adesso sono un dirigente di mezza età. Ogni momento della mia vita juventina merita tanti ringraziamenti. Nel 2001, quando sono arrivato in questa nuova realtà, grazie al sostegno dei dirigenti, dei compagni, che si sono comportati con me come una famiglia. Questo club non è solamente uno dei più importanti, ma anche un onore per chiunque possa rappresentarlo. Avevo smesso di giocare da pochi anni quando gli azionisti mi chiesero di entrare nel consiglio d’amministrazione. I primi anni sono stati una grande scuola, ho potuto relazionarmi con professionisti e dirigenti di altissimo livello. Ogni giorno ho potuto imparare qualcosa. Poi sono diventato vicepresidente e sono molto orgoglioso di questo in carico. Un lavoro quotidiano fatto di incontri ma soprattutto di passione. Dal primo giorno del mio allenamento fino a oggi, la passione non è mai mancata. Alla fine grazie a lei presidente, grazie a te per la nostra amicizia anche fuori dal lavoro. Penso soprattutto alle nostre partite, dove ci divertivamo, litigavamo, dove si è rinforzato il nostro legame, la nostra unione. Per me è stata determinante per il nostro lavoro. So quanto ami la Juventus, quanti sacrifici hai fatto, quanto sei stato leader per tutti noi. È stato un onore stare al tuo fianco, grazie presidente, grazie a tutti”.