Juve, in sette lasciano l’isolamento

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Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Che il protocollo per la gestione dei casi di positività al Covid tra i calciatori della Serie A avesse qualche falla, era evidente. Lo scontro, istituzionale e politico, tra Napoli e Juventus, ma anche tra Asl e Lega e tra mondo del calcio e Ministero della Salute, ne ha evidenziato ancor di più i limiti.

Ieri il Giudice Sportivo ha rimandato la decisione sul match di Torino, in cui i bianconeri sono scesi in campo da soli. Rispettando il protocollo. Che, in questo caso, prevede la vittoria a tavolino: 3-0. E un punto di penalizzazione al Napoli. Difficilmente andrà così, troppa carne al fuoco, troppi pareri e troppi conflitti per far ricadere tutto sulle spalle della società partenopea. Che probabilmente ha preso la decisione sbagliata, ma non in cattiva fede.

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Così come accaduto ieri in casa Juventus. Con la squadra in isolamento fiduciario, a causa delle positività di due membri dello staff, in sette hanno lasciato il J Hotel. Si tratta di Cuadrado, Bentancur, Danilo, Dybala e Ronaldo, che hanno raggiunto i ritiri delle rispettive Nazionali, e Buffon e Demiral, che sono rientrati nelle loro case.

A comunicare i nomi dei calciatori alla Asl di Torino è stata la stessa società bianconera. E la Asl, non potendo fare altrimenti, ha segnalato i giocatori alla Procura. Come raccontato da Roberto Testi, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl Città di Torino, al Corriere di Torino: “È stata la stessa società a segnalarci che alcuni calciatori avevano lasciato il luogo di isolamento e perciò noi notizieremo l’autorità competente, cioè la Procura, di quanto avvenuto”.

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La vicenda si arricchisce così di un altro capitolo, e la matassa, invece che dipanarsi, si ingarbuglia ancora di più. Perché il protocollo permette di allenarsi e giocare a chi è in isolamento fiduciario. E allora, perché la Asl ha segnalato l’episodio alla Procura torinese? Sì, il protocollo ha qualche falla, e lo scontro tra Istituzioni e soggetti diversi non aiuta a tappare i buchi, semmai li allarga ulteriormente. Alla ripresa del Campionato però manca ancora più di una settimana, un tempo sufficiente per fare chiarezza. La palla, adesso, passa, o meglio ci auguriamo che passi, a Speranza e Spadafora, non per l’ennesimo scontro istituzionale, ma per trovare una quadra e fare il necessario lavoro di sintesi. Che chiarisca, una volta per tutte, come ci si deve comportare e chi “comanda”, se le Asl o il protocollo…