Juventus, Arrivabene: “La Next Gen è alla base del successo. Noi ci crediamo”

La Juventus in questo pomeriggio ha presentato tramite le figure di Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini tre dei talenti più importanti della Vecchia Signora, ossia Miretti, Fagioli e l’argentino Soulè. Nella conferenza stampa i due uomini della società hanno sottolineato l’importanza di avere una base di giovani forte su cui fondare i prossimi, si spera, successi.  Queste le parole di Arrivabene e Cherubini.

Juventus, le parole di Arrivabene e Cherubini

Arrivabene sui giovani: “Oggi presentiamo il frutto di tanto lavoro che è stato fatto nel settore giovanile della Juventus e che finalmente approda in prima squadra. E’ un’occasione importante e un progetto che parte da lontano, 4 anni fa per la precisione per volontà di Cherubini. Il progetto voluto da lui è stato poi sviluppato e portato avanti da quello che si considera il padre putativo di Fagioli, Gigi Milani, poi Massimiliano Scaglia e Giovanni Manna. Li ringrazio per il grande lavoro fatto, se questi tre ragazzi sono in prima squadra è grazie al loro lavoro e al loro credere in questo progetto. Benvenuti a questi tre ragazzi“.

Arrivabene sulla Next Gen: “Vorrei soffermarmi sulla definizione che noi diamo all’Under 23, oggi Next Gen. Non esprime solo attraverso il nome quella che è un’iniziativa dal punto di vista sportivo. E’ un termine più allargato. Giornalmente si leggono fatti relativi a certi comportamenti che non fanno piacere… Per noi Next Gen non significa solo calcio, ma anche un esempio che questi ragazzi devono dare ai ragazzi della loro età. Significa anche sostenere gli esami di maturità, proseguire il percorso scolastico. Sono esempi. Per la Juventus è importante fare investimenti sostenibili, ma anche eticamente utili. Non vogliamo che siano solo esempi sportivi, ma anche esempi di vita per i ragazzi della loro età. Ecco in Next Gen, una strada con esempi da seguire. Le situazioni di campo dopo la chiusura del mercato, poi, ho sentito molti commenti: c’è una strategia precisa dietro le scelte, una strategia che è anche legata a questi ragazzi. Un giovane che entra ha bisogno di un mentore, ha bisogno di un esempio. L’idea è che diventino campioni come campioni sono quelli con cui si allenano. Ringrazio anche Gianluca Pessotto, è una persona silenziosa, determinata e umile che sta dando un contributo fondamentale a questo progetto“.

Le parole di Cherubini

Sul progetto giovani: “Essere qui è un piacere, i ragazzi lavorano ogni giorno sul settore giovanile: questo è un momento di riflessione sul progetto sportivo che ci ha portato qui. Siamo partiti con la seconda squadra ma dieci anni fa già parlavamo di come il sistema formativo italiano non portasse giocatori in prima squadra. Come sistema tutti gli indicatori dicono che sviluppare il settore giovanile, portare ragazzi in prima squadra, in Italia è difficile. Abbiamo cercato di risolverlo con l’aspetto formativo: investimenti su strutture, allenatori, sulle figure che sono coi ragazzi, sulle metodologie. Ci siamo trasferiti alla Continassa ma il club ha continuato a investire fortemente anche su Vinovo. Abbiamo messo i ragazzi nelle condizioni per crescere con le migliori strutture. Poi abbiamo pensato al percorso: prima alla fine del campionato Primavera, entravano in un limbo, quello del prestito. Da dieci anni la Juve analizza le statistiche del campionato Primavera e non più del 3% dei giocatori trova collocazione in Serie A. Numeri che ci hanno fatto capire che mancava qualcosa dal punto di vista formativo. Uscire dal sistema era problematico: eravamo 7 club fortemente orientati verso le seconde squadre. Nel 2018, col commissariamento, c’è stata la possibilità di iscrivere la seconda squadra e da lì abbiamo iniziato un percorso virtuoso con la Lega Pro. Ghirelli, che ringrazio, ci ha sostenuto fortemente nel progetto: la Lega ci ha accolti tra mille difficoltà. Giochiamo per competere ma per formare giocatori per la prima squadra. Oggi diciamo che raccogliamo i frutti di questo risultato“.

Sul progetto Under 23: “Per quanto ci riguarda, il progetto della seconda squadra è attualissimo e l’auspicio è di coinvolgere anche altri club. Quando ci incontriamo con altre dirigenze, cerchiamo di far capire il valore aggiunto dell’esperienza. Pensavamo che l’area prestiti sviluppata fosse importante, poi abbiamo capito il passaggio e se l’abbiamo potuto fare è grazie alle ingenti risorse investite dal club. Cerchiamo di restituire qualcosa a quanto il club credesse alle nostre parole. Se il progetto sta cambiando? Non direi così. Stiamo rivisitando, guardando in chiave moderna, un DNA che non potrà mai prescindere dal campione, dagli acquisti, da quei giocatori che hanno rappresentato e rappresentano icone per la maglia della Juve. Ma in un calcio di sostenibilità, il settore giovanile non è solo qualcosa di imposto dai regolamenti, ma può diventare una risorsa. Nessun cambio: c’è solo un’idea di una nuova identità, con il patrimonio creato“.

Sulla Next Gen: “Abbiamo cambiato format dall’Under 23 alla Next Gen. Il Next Gen comprende l’Under 23 ma anche la strada che faranno dopo col prestito. Adesso abbiamo due ragazzi, De Winter e Ranocchia, in Serie A. I tre ragazzi ora in conferenza hanno oltre 100 presenze con la Juventus Under 23, siamo soddisfatti di loro e del fatto che mister Allegri abbia detto che il club ha fatto mercato dei grandi valorizzando anche i giovani. Ora tocca a loro: la bontà del progetto sarà data dal tempo che si ritaglieranno in campo“.