Juventus, il libro nero dei procuratori

Juventus procuratori

(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Nell’edizione odierna del Corriere della Sera sono emersi dei rapporti con i procuratori non dichiarati nei bilanci della JuventusAl 25 gennaio 2020, per 8 milioni di euro a favore degli agenti. Denaro di cui non vi sarebbe traccia nei bilanci. Il file riporta le operazioni di mercato per cui sono maturati i crediti e la differente causale con i quali sarebbero stati onorati. Il giorno dopo Cherubini parla di nuovo con Lippi e spiega che non è possibile spostare la cifra sul rinnovo di Chiellini: «Ma lo mettono sul giornale e lo sputtanano, cioè noi siamo tutto quotato, siamo trasparenti su tutto. Famme ragionà a me, trovo io una soluzione» Stando alle indagini  della guardia di finanza, sarebbe maturato nel 2019  un debito con il trasferimento di Spinazzola alla Roma e il conseguente acquisto di Pellegrini.  «… sono due anni che sto aspettando di mettere a posto i soldi vecchi… cioè l’operazione di due anni fa di Spinazzola».

 Juventus procuratori
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

La cessione di Rafia

Alla fine, i soldi sarebbero stati spalmati «fittiziamente» nella cessione di Hamza Rafia alla Standard Liegi. «Ho visto il mandato per Rafia, grazie… insomma si comincia a vedere qualcosa» commenta Luca Albano (dipendente della Reset). E anche sul rinnovo di Chiellini. Il 16 agosto 2021, Stefano Bertola, capo dell’area business, commenta: «… questi rinnovano Chiellini e scopri che c’è… si parla di una procura a Lippi per 300 mila euro… non sapete che fatica si fa a far fare 300 mila euro di margine no? Non sapete la fatica che si fa e li volatilizzate così per uno che non… non ha fatto niente…».

Juventus procuratori
(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

I rapporti opachi della Juventus con i procuratori

Rapporti «opachi» (ma non contestati) sia sotto «il profilo patrimoniale che sportivo», sarebbero stati ricostruiti negli accordi con Mino Raiola. E con altri agenti: tra loro Giuffrida, Giorgio Parenti, Giuseppe Galli e Silvio Pagliari (non indagati). Alcuni di loro avrebbe favorito acquisti e cessioni di calciatori minorenni per i quali la legge non prevede provvigioni. Da qui la necessità — secondo i pm — di «scaricare» il debito su altre iniziative di mercato. Sono 22 le fatture «inesistenti» (dal 2018 al 2021) contestate per un valore «fittizio» di quasi 2 milioni di euro. «Sento Fede se ci fa mettere qualcosa, ma tu mi dici il totale per favore? Se ciò qualche operazione scarica…da recuperare… quanti sono?», spiega un dirigente delle giovanili a un agente. Il quale, una ventina di giorni dopo, richiama: «Ti volevo ringraziare per avermi messo dentro a qualche operazione… che non abbiamo fatto nulla».