Juventus, Pirlo a due facce: un po ‘sarrista’, un po’ ‘allegriano’

(Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images)

La rivoluzione in nome del bel gioco di Sarri è fallita, malgrado sia arrivato comunque lo scudetto. Allora Agnelli ha inaspettatamente scelto Pirlo per ritentare la rivoluzione: trasformare la cinica e spietata Vecchia Signora in una nobildonna affascinante oltre che vincente.

Eppure le statistiche mostrano come Pirlo abbia ereditato sia cromosomi “allegriani” e sia quelli “sarriani”. La Juve di Allegri, infatti, aveva una media gol subiti di 0,79 a partita; d’altronde la filosofia del tecnico toscano è sempre stata la solita: la difesa come miglior attacco. Lo dimostra anche la media gol segnati, che è di 1,84 a partita. Con Sarri la musica era per certi versi cambiata in peggio. Con l’allenatore ex Napoli, i bianconeri avevano una media di 2 gol segnati e 1,13 gol subiti. In altre parole, la Juventus di Allegri era acqua: liquida, informe e imprevedibile. Quella di Sarri era fuoco: una torcia con due fiamme in cima: Cristiano Ronaldo e Dybala. Pirlo, che a inizio anno si proclamava un dominante, nella partita di ieri, contro la Roma, è stato più attendista che mai. A confermarlo è il baricentro della squadra, che prima di allora non era mai stato così basso: 37,6m. Il tecnico bianconero ha fuso le statistiche dei suoi due predecessori: 2,05 gol segnati e 0,9 gol subiti.

Un altro fattore a favore di Pirlo è la squadra che si mette a completa disposizione: c’è un’empatia naturale tra tutto il gruppo. Maurizio Sarri avrebbe pagato fior di soldi per avere un Cristiano Ronaldo che gioca da numero 9. L’allenatore toscano si era pure umiliato come Enrico IV a Canossa: era andato sullo yacht del re, in Costa Azzurra, per chiedergli se fosse disposto a giocare da centravanti. Il portoghese rifiutò, ma ieri sera con Pirlo ha giocato e segnato da centravanti puro, con Morata che addirittura si muoveva perpendicolare alle sue spalle. Inoltre, in difesa Pirlo ha ritrovato i due senatori, Bonucci e Chiellini, e anche i giovani De Ligt e Demiral. Tuttavia il gioco dell’attuale allenatore juventino si sviluppa sulle fasce, dove Danilo e Cuadrado stanno vivendo la loro migliore stagione. Sullo stesso piano troviamo anche Chiesa, nominato dalla Juventus giocatore del mese di gennaio, e  McKennie, il polmone del centrocampo bianconero.

Con Sarri la Signora è scappata dal laboratorio, come la creatura di Frankenstein, e ha giocato seguendo la sua indole. Pirlo invece ha fatto quello che da giocatore gli usciva meglio: mettere ordine in quegl’intrecci che, agli occhi di tutti, sembravano irrisolvibili.