Juventus, pregi e difetti di Soulé: il talento in rampa di lancio

Juventus Soulé

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Un talento puro, cristallino, di quelli che riconciliano con il gioco del calcio. Quasi un cliché: argentino, mancino e dotato di grandi doti tecniche, capaci di far sussultare la piccola tribuna del campo Ale & Ricky di Vinovo, dove nella passata stagione Matias Soulé si è messo in mostra tra le fila della Juventus Primavera.

Una seconda parte di stagione giocata ad altissimi livelli, inserito in un sistema di gioco, quello di mister Andrea Bonatti, che ne ha esaltato i punti di forza. Classe 2003, fresco di rinnovo con la Juventus, l’argentino è stato promosso a inizio anno nell’Under 23, che disputa il campionato di Serie C. In estate, invece, il precampionato con la prima squadra di Allegri, dove ha giocato le amichevoli, segnando anche un gol.

Un talento che si è fatto notare anche in patria. Ieri, infatti, è arrivata la prima convocazione nella Nazionale maggiore guidata da Scaloni. Un modo per osservarlo da vicino e valutarne le potenzialità, visto lo stop causa Covid delle selezioni giovanili.

Matias Soulé è un trequartista che può giocare qualche metro dietro le punte o partendo come ala destra, per poi accentrarsi e lasciare partire il tiro. Come già detto, possiede grandi doti tecniche e di dribbling: palla sempre incollata al piede – rigorosamente il sinistro -, sguardo alto, creatività e imprevedibilità, caratteristiche che lo hanno portato, in patria, ad essere paragonato a Di Maria. Non particolarmente aitante, dal punto di vista fisico, ha dimostrato di saper e poter reggere l’urto anche in un campionato come quello della Serie C, dove gli avversari non concedono di certo sconti, quando si tratta di andare al contrasto.

Ottime le premesse. Perché, allora, Soulé non gioca nella prima squadra di Allegri? Innanzitutto, la società ha scelto un percorso di crescita lineare, senza salti avventati. Poi, il numero 10 dell’Under 23 deve ancora migliorare sotto diversi aspetti. Uno su tutti, la continuità all’interno del match. Capita, infatti, che l’argentino sparisca dalla partita, allentando l’intensità della corsa e delle giocate. È successa la stessa cosa di recente, ieri sera, quando la Juventus ha affrontato, e perso, contro il Sudtirol in Coppa Italia di Serie C.

Niente che non si possa aggiustare, soprattutto se parliamo di un calciatore di 18 anni, alla sua seconda stagione nel calcio europeo. La convocazione arrivata ieri certifica una cosa: la Juventus ha tra le mani un vero e proprio diamante grezzo, le basi per un futuro roseo ci sono e attenzione al presente; Allegri ha una certa predilezione per chi dà del tu al pallone.