La Juventus e Kulusevski: un gol in fondo al tunnel

La Juventus e Kulusevski

Juventus Imago Images

Mezzo svedese e mezzo macedone. Mezzo centrocampista e mezzo attaccante. Lo scorso anno diviso a metà tra Parma, Atalanta e Juventus. Dejan Kulusevski è un calciatore ancora da formare: tante metà che potrebbero diventare un grande campione, ma è appunto quel potrebbero che mette incertezza. La differenza tra una giovane promessa ed un futuro campione è appunto questa: saper trasformare le potenzialità in certezze e Dejan Kulusevski ci sta provando. Ad inizio anno sembrava lui il pezzo pregiato del mercato bianconero, mentre su Federico Chiesa ricadevano i dubbi e le perplessità. Situazione ribaltata strada facendo: ora è sullo svedese che ci si interroga. La Juventus e Kulusevski stanno attraversando un tunnel lungo una stagione, che ci sia luce o meno in fondo al tunnel dipenderà da queste ultime giornate.

Le domande su Kulusevski

La prima domanda su Kulusevski è: qual è il suo ruolo? Quest’anno l’ex Atalanta e Parma ha giocato 14 partite da ala destra, 10 da seconda punta, 5 da punta, 4 da trequartista, 3 da esterno destro, una da esterno sinistro ed una da centrocampista centrale. Ok la duttilità, ma forse così si esagera. Il centrocampo mobile, troppo mobile di Andrea Pirlo, ha trasformato Dejan Kulusevski in un jolly tuttofare prezioso per l’allenatore, ma rischioso per lo stesso calciatore che, a vent’anni, dovrebbe innanzitutto sapere cos’è. E ad oggi è difficile dirlo. Un certo Paulo Dybala può insegnare che non avere un ruolo ben definito può essere alla lunga dannoso per la propria identità.

La seconda domanda su Kulusevksi è: avrebbe bisogno di maggiore spazio? Si sa che per un giovane è difficile guadagnarsi il posto da titolare in Serie A e Kulusevski è forse già una mosca bianca in questo senso. Lo svedese ha giocato già 27 partite in Serie A, 6 in Champions, 4 in Coppa Italia ed una in Supercoppa Italiana. Eppure delle 38 presenze stagionali, ben 14 sono da subentrato. Essere un jolly comporta anche questo. Forse per capire davvero le qualità di un potenziale campione, bisognerebbe lasciarlo esprimere non solo in un ruolo ben definito, ma anche con una certa continuità. Difficile in Serie A, impossibile nella Juventus di quest’anno. Kulusevski deve ritagliarsi i suoi spazi, un po’ alla volta.

La terza e definitiva domanda su Kulusevski è: quanto la Juve deve puntare su di lui? L’investimento di circa 40 milioni fatto dalla Juventus lo scorso anno porterebbe a dire che i bianconeri debbano puntarci tanto, ma gli investimenti economici sono un altro fattore che potrebbero bruciare un giovane talento. La consapevolezza di valere tanto, può rivelarsi un peso troppo grande da portare sulle spalle di un ragazzo che non ha ancora compiuto ventuno anni. Tempo al tempo. Il ragazzo si farà, ma bisogna lasciarlo maturare. La somiglianza nell’aspetto, le movenze in campo, il piede sinistro caldo quanto quello destro e l’origine dell’Europa dell’Est avevano fatto subito pensare ai tifosi juventini un certo Pavel Nedved. E’ presto per fare paragoni. Un giovane va saputo aspettare.

La luce in fondo al tunnel

Il tunnel della prima stagione in una grande squadra è stato attraversato insieme alla grande squadra stessa. Kulusevski si augurava di vivere una stagione più facile in maglia bianconera, così non è stato. C’è stato da soffrire, e ancora ce n’è, parecchio per la Juve di Pirlo. La seconda vittoria consecutiva per i bianconeri, quella di ieri contro il Genoa dopo quella infrasettimanale nel recupero contro il Napoli, danno un po’ di respiro alla Juventus e Kulusevski si gode il suo bel gol di sinistro. Un gol che sa tanto di luce in fondo al tunnel, sia per lui che per la sua squadra. Un gol che sa di speranza, sia per lui che per la sua squadra. Un gol ed una vittoria che sanno di futuro, sia per Kulusevksi che per la Juventus.