La notte leggendaria di Leo Messi, il record e le lacrime

Messi

Copyright: Juan Ignacio Roncoroni, via Imago Images)

Che Leo Messi abbia scritto la storia del calcio, non lo si scopre certamente oggi. Ma la fame di record e di leggenda non sembra abbandonare la Pulce che, la scorsa notte, ha scritto il proprio nome ancora una volta nella storia di questo sport che da un decennio – e anche più – lo vede protagonista. Nel match di qualificazione tra la sua Argentina e la Bolivia, il fantasista del Psg ha messo a segno una tripletta toccando quota 79 reti con la maglia dell’albiceleste. Non un numero banale, perché il fenomeno ex Barcellona ha superato Pelè – 77 reti – ed è diventato il più grande marcatore sudamericano della storia.


Non è un caso che, questo 2021, abbia regalato a Messi le soddisfazioni che sono mancate per tutta la carriera, ovvero quelle con la Nazionale. Perché tra Champions League, record Uefa, record con il Barcellona, record in Liga, la Pulce ha sempre lottato con il fantasma di una Nazionale che non lo ha mai visto davvero protagonista come accaduto con i blaugrana. Tra le critiche di chi ha sostenuto la ‘facilità’ di emergere al fianco di campioni come Iniesta, Xavi, Suarez, Neymar ecc. al malcontento di una terra natia che ha auspicato per anni di vedere il Messi ‘formato europeo’ anche con la maglia dell’Argentina. Ed è così che dopo le lacrime nelle finali perse di Copa America, nella finale del Mondiale 2014, sono arrivate le lacrime di gioia.


Prima a luglio con la conquista della Copa America sconfiggendo gli avversari di sempre del Brasile. Poi quelle di questa notte, con la rete numero 79 e un passo oltre ad una leggenda come Pelé. La stampa argentina lo celebra: “Monumental” o “Messi lloró, cantó y levantó la Copa”. Come dei canti popolari a celebrare il mito di un campione che, a 34 anni, ha trovato la gloria anche con la Nazionale dopo aver distrutto ogni record possibile nel Vecchio Continente. Una storia da incorniciare. Come un quadro che racconta la narrativa del calcio. Dalle lacrime di dolore alle lacrime di gioia davanti al popolo argentino a Buenos Aires, nello stadio Monumental.