La nuova generazione di talenti “made in USA”

Negli ultimi due decenni si è parlato spesso di calcio statunitense. Il tema, ovviamente, era quanto e come il soccer sarebbe cresciuto nel Paese dell’NBA, dell’NFL e dell’MLB, ma soprattutto quando sarebbe arrivato a competere con quello europeo. Ma le speranze degli appassionati sono state di volta in volta disilluse. A salvare la faccia del soccer è stata sempre e solo la grande Nazionale femminile. Di recente, tuttavia, il calcio maschile statunitense è tornato alla ribalta. Non tanto per il livello medio della MLS, che resta comunque medio-basso; quanto, piuttosto, per una generazione di talenti “made in USA” che potrebbe finalmente dare il tanto agognato lustro al calcio a stelle e strisce.

Uno di loro è appena sbarcato in Serie A. E ad aggiudicarselo è stata la Juventus. Si tratta ovviamente di Weston McKennie, centrocampista classe ’98 cresciuto calcisticamente a Dallas, e sbarcato in Germania a soli 18 anni. Con la maglia dello Schalke 04 si è guadagnato a suon di prestazioni uno spazio importante in prima squadra e la convocazione in Nazionale. Per lui parlano i numeri: 91 presenze e 5 gol in Bundesliga, 19 presenze e ben 6 gol con il Team USA.

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Ma la lista di talenti provenienti dagli USA è ben più lunga, e comprende sia volti noti che meno noti. Tra i primi vanno sicuramente annoverati Christian Pulisic, già stella di Dortmund e Chelsea; Timothy Weah, classe 2000 del Lille, figlio del leggendario George; e Sergiño Dest, 20enne laterale dell’Ajax conteso dai top club di mezza Europa. Storia curiosa, quella di Dest. In possesso del passaporto olandese e statunitense, a ottobre ha optato proprio per gli USA, motivando così la sua scelta: “Ho costruito un grande feeling con la squadra negli ultimi due anni, e credo fortemente nei piani di crescita e nel potenziale del calcio statunitense”.

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La maggiore concentrazione di talenti USA in Europa è sicuramente in Germania. A partire dal Borussia Dortmund, club che di giovani se ne intende, e in cui gioca Giovanni Reyna. Figlio dell’ex Nazionale USA Claudio, è probabilmente il talento più brillante espresso dalle academy a stelle e strisce, essendo cresciuto nelle giovanili del New York City. Nato nel 2002, Reyna è un centrocampista offensivo dalle grandi doti tecniche, ma che può essere impiegato anche da esterno. Nella sua prima stagione con i gialloneri ha collezionato 18 presenze e 1 gol, rispettando in pieno le aspettative riposte in lui dal movimento statunitense.

Due anni più giovane di Reyna è Josh Sargent, attaccante del Werder Brema, che lo porta in Germania nel 2018 e lo inserisce gradualmente in prima squadra. 31 presenze e 5 gol finora con i biancoverdi: lo stesso bottino accumulato in Nazionale, ma in sole 12 presenze. Non sarà forse il predestinato della sua generazione, ma è un calciatore dalle ottime prospettive. Così come lo è un altro attaccante, ma esterno, in forza al Wolfsburg. Si tratta di Ulysses Llanez, classe 2001 veloce e dal dribbling facile, sbarcato in Europa l’anno scorso dal Los Angeles Galaxy.

Decisamente più noto è invece Tyler Adams, centrocampista classe ’99 che, di fatto, è un prodotto Red Bull. Cresciuto nella squadra di New York dell’azienda austriaca, è poi salito alla ribalta con la maglia del Lipsia, segnando il gol che ha permesso ai Roten Bullen di eliminare l’Atletico Madrid ai quarti di Champions League. Non certo la specialità di casa Adams, centrocampista tuttofare ma nato terzino, che in carriera è andato in rete solamente 6 volte in 125 apparizioni.

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Ma i giovani talenti statunitensi non militano soltanto in Europa. In MLS, infatti, gli occhi degli addetti ai lavori sono puntati su diversi prospetti interessanti. Su tutti, Paxton Pomykal e Frankie Amaya. Il primo, classe ’99, gioca da esterno di centrocampo nel Dallas, club in cui si è formato. Il secondo, classe 2000 del Cincinnati, è un centrocampista offensivo capace di svariare su tutta la trequarti. Molto tecnico, è forse il più acerbo della lista.

Il più interessante, anche in ottica nostrana, è invece Gianluca Busio. Nato nel 2002 da padre italiano (dunque con doppio passaporto), è un centrocampista dalle doti spiccatamente offensive in forza allo Sporting Kansas City. Il talento fuori discussione lo ha reso il secondo statunitense più giovane a firmare un contratto professionistico. Il primo? Ovviamente Freddy Adu. Vista la carriera, non certo una fonte d’ispirazione per la nuova generazione di talenti USA. Che, però, sembra avere intenzioni decisamente diverse rispetto al fin troppo pubblicizzato  (e presto bruciato) “nuovo Pelé”.