Lazio, speranze Champions al lumicino e futuro da decifrare

Corsa Champions

La Lazio cade sul più bello, nel miglior momento di una stagione travagliata e riacciuffata per i capelli, sfuggita di nuovo ieri sera. La sconfitta contro la Fiorentina è senza appello, e quella della squadra di Iachini è stata una vera e propria lezione di cinismo. Qualità che alla Lazio formato 2020/2021 è mancata spesso. Basta pensare a come il Genoa, una settimana fa, è riuscito a rimettere in piedi una partita che, sul 4-1, sembrava già archiviata. La corsa ad un piazzamento alla prossima Champions League non è finita, almeno sulla carta, ma è quantomeno compromessa.

Molto dipenderà dallo scontro diretto tra Juve e Milan, in caso di pareggio qualche flebile speranza resisterà. Il calendario metterà i bianconeri di fronte all’Inter, mentre i rossoneri avranno un altro scontro diretto, contro l’Atalanta. La squadra di Inzaghi, invece, ha l’ostacolo del derby, oltre a Parma, Torino e Sassuolo. Impresa quasi impossibile, ma per cui passa molto del futuro della Lazio, perché ieri sera si sono materializzati, tutti insieme, i fantasmi di una stagione a tratti nevrotica. Che la banda di mister Inzaghi è sembrata essersi goduta meno del dovuto. La Champions League, ritrovata dopo 13 anni, è stata onorata al meglio, con prestazioni da incorniciare e pochissimi rimpianti. Se non quello, enorme, di non aver potuto giocare davanti ai propri tifosi.

Un campionato in altalena

In campionato, invece, i passi falsi sono stati un po’ troppi per restare agganciati al treno dell’Europa che conta. Se la Lazio è lì, è anche in virtù dei crolli di Milan e Juventus, imprevedibili a gennaio. Che però i biancocelesti hanno avuto il demerito di non sfruttare appieno. La striscia messa a segno nelle ultime giornate, arrivata con prestazioni sempre più convincenti, si è chiusa nel match più importante, che Immobile e compagni non hanno saputo affrontare nel modo giusto. Nessun dramma, perché un inciampo può capitare, ma la sensazione di una squadra spaesata e con poche idee in fase di costruzione non è nuova in questi mesi.

Alla Lazio mancano alternative, tattiche e tecniche. E le poche che ha – leggasi seconde linee – per Simone Inzaghi non sono sufficienti neanche ad affrontare avversarie di secondo piano. Quella che, in questi quattro anni e mezzo, è diventata una macchina a tratti perfetta, ha una pecca enorme: l’incapacità e l’impossibilità di cambiare anche un solo pezzo senza che i meccanismi si inceppino. La domanda, che adesso diventa legittimo porsi, è se ci sia ancora lo spazio e la possibilità per crescere ulteriormente. Mantenendo questo assetto.

Il futuro dipende da Inzaghi

I tentennamenti di Simone Inzaghi in sede di rinnovo, di certo non aiutano a fare chiarezza. Né all’interno dell’ambiente, né, possiamo immaginare, all’interno dello spogliatoio. Dove, al di là di qualche parola fuori posto (Acerbi a inizio stagione, Luis Alberto), l’atmosfera è sempre di enorme coesione. Merito, ovviamente, di Simone Inzaghi. Che, adesso, deve decidere cosa fare, perché se dovesse salutare è difficile immaginare che la Lazio di oggi possa essere anche la Lazio di domani. Ci sono ancora quattro giornate, la Champions metterebbe al sicuro da ribaltoni, in caso contrario chissà che a Formello non si stia già pensando ad un futuro diverso.