Mancini su Vialli: “Non sto bene, era un fratello per me”

Intervistato dai canali ufficiali della FIGC, il ct della Nazionale azzurra Roberto Mancini ha voluto ricordare con affetto il suo grande amico Gianluca Vialli, scomparso da pochi giorni. Ecco le sue dichiarazioni.

(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Mancini a cuore aperto su Vialli: “Speravo accadesse qualcosa, speravo in un miracolo”

Come stai innanzitutto?
“Non benissimo sinceramente. Perché è una grande perdita per me, per la sua famiglia prima di tutto e per tutto il calcio italiano. E’ un momento abbastanza difficile però bisogna andare avanti”.

Lo hai visto a Londra di recente.
“Speravo che accadesse qualcosa, speravo in un miracolo sinceramente. Ci siamo visti, abbiamo parlato, abbiamo scherzato. Era sempre di buon umore e questo un po’ ti risolleva. Mi ha fatto piacere vedere che era di buon umore in quel momento”.

Chi era Luca per Roberto e chi era Roberto per Luca?
“Noi abbiamo vissuto quasi tutta la nostra vita assieme. Era un legame stretto, che possono avere due fratelli. Due persone che ad un certo punto della loro vita si sono separate perché calcisticamente ci siamo divisi. Ma quando si è amici, si è amici per sempre. Luca per me era questo. Il nostro rapporto è sempre stato di grande rispetto, affetto, amore e amicizia”.

(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

In Nazionale Vialli trasmetteva la responsabilità della maglia azzurra.
“Noi dobbiamo proseguire su questo. In questo Luca è stato bravo, ha fatto capire ai ragazzi, soprattutto ai più giovani, il valore della maglia della Nazionale, quello che si deve fare e dove si poteva arrivare. E’ stata veramente una persona di grande valore per noi soprattutto quando poi parlava ai ragazzi. Gli piaceva e ai ragazzi piaceva ascoltarlo, erano momenti molto belli e importanti”.

Vogliamo ricordarlo con uno dei suoi scherzi?
“Luca era questo. Era un ragazzo gioioso, sempre allegro. Pochissime volte l’ho visto arrabbiato. Penso vada ricordato così, per quello che era realmente: molto vivo in tutti i senti e credo che a lui farebbe molto piacere che noi lo ricordiamo per quello che realmente è. Oltre a essere un grande calciatore, un grande professionista con un carisma straordinario per tutti noi, era un ragazzo allegro, giovane a cui piaceva la vita”.

Il film “La bella stagione”?
“E’ un film che riguarda l’anno dello Scudetto, quindi ci sono delle cose calcistiche. E’ stato fatto soprattutto per far vedere quanto sia importante l’amicizia fra persone che lavorano e dove si può arrivare quando c’è questa coesione. Il film è molto bello e da vedere perché sono dei ricordi molto belli”.