Marco Tardelli: “Anche Allegri ha fatto errori. Servono giocatori come De Ligt”

Marco Tardelli, che ha indossato la maglia della Juventus dal 1975 al 1985, ha parlato del delicato momento della squadra bianconera in un’intervista a “La Gazzetta dello Sport”.

Vedere la Vecchia Signora in zona retrocessione e con solo due punti dopo quattro giornate ha sicuramente ricordato la stagione 2015/16.

“Che effetto mi fa vedere la Juve penultima? Lo stesso di sei anni fa, quando partì malissimo poi vinse il campionato. Stavolta non sarà così facile vista la concorrenza, ma la Juve piano piano troverà la via: almeno per arrivare tra le prime quattro”.

La Juventus è sicuramente in grado di riprendersi da questo momento di crisi ma al momento Allegri deve fare autocritica.

“Anche lui ha commesso i suoi errori, ma si è trovato in mano una squadra che non ha costruito lui e anzi ha dovuto rinunciare a qualcosa di importante”.

Lecito, dunque, chiedersi se con Cristiano Ronaldo la Juve oggi avrebbe più punti.

“Quando le cose non vanno, avere un fuoriclasse che nasconde certi problemi – e c’erano anche con lui- e da solo ti risolve certe gare è un’abitudine a cui è difficile rinunciare”.

E per ora Kean non è ancora stato in grado di incidere positivamente.

“Kean non è un fuoriclasse: magari lo diventerà. Ma non credo che la Juve pensasse di poter sostituire Ronaldo con lui”.

Tardelli poi si è espresso anche sul progetto giovani che non sta funzionando come dovrebbe.

“Un progetto così va bene se hai una squadra solida: oggi la Juve non lo è. E comunque per ora i giovani, da Kean a Kulusevski, non hanno dimostrato di meritare di andare in campo. Certo: mollare Allegri e poi riprenderlo è stato ammettere un errore”.

Errori che in quest’inizio di stagione sono stati commessi anche dallo stesso Allegri ma non solo.

“Per una situazione del genere le colpe son di tutti, anche della società e dei giocatori. Il gol dell’1-1 del Milan non può essere colpa di Allegri, anche se magari, visto il momento, poteva mettere dentro De Ligt per cercare una squadra più solida”.

Ed è proprio sul match di domenica sera che è continuata l’intervista.

“Nel primo tempo contro il Milan non ho visto una brutta Juve: è crollata nel secondo. Ma non per il sistema di gioco sbagliato o perché Rabiot fa l’esterno”.

L’ex Juve ha parlato anche di Locatelli e del suo compito di gestire il reparto.

“Locatelli si deve valorizzare da solo: c’è questo centrocampo, è stato comprato per guidare questo. E non per forza da mezzala pura, perché non è un problema di ruolo ma di incarichi: mezzala o davanti alla difesa, il suo compito è gestire il reparto”.

Ha speso poi parole anche per Arthur e Chiesa.

“Arthur, per il poco che si è visto, mi è sembrato all’altezza della situazione. Ma non un fuoriclasse. La Juventus non ne ha o ne ha pochi, magari può diventarlo Dybala che però non lo è ancora. Senza quelli è difficile che una grande squadra vinca. C’è riuscito Mancini con la Nazionale: ha compensato con il collettivo, cosa che la Juve non fa”.

Tutti devono dare di più in questo momento, altrimenti non avrebbero due punti. Di sicuro a Chiesa serve acquistare un po’ di personalità e segnare di più, ma è uno di quelli che può fare male”.

Altro argomento che tiene banco da diverso tempo è il mancato impiego di De Ligt.

“Questo è un mistero, non so perché non gioca. Ha qualità da Juve ed è molto tosto: servono giocatori così”.

Parlando di difesa non si può ovviamente non parlare di Bonucci e Chiellini.

“Ma ieri sul gol di Rebic c’erano cinque giocatori che potevano contrastarlo. Sembra che dietro non ci sia organizzazione, eppure la forza della Juve era quella, fare gol e difenderlo bene”.

Il modulo con cui Allegri schiera la Juventus è stato un altro argomento di discussione.

“Questo 4-4-2 non è così sbagliato, magari un po’ più coraggioso, con Chiesa dall’inizio”.

Due soli punti in campionato su cui gravano gli errori di Szczesny.

“Contro l’Udinese la Juve vinceva 2-0: Szczesny paga solo i suoi errori, a un portiere capita”.

L’intervista si è conclusa poi con una domanda sulla possibile sindrome da penultimo posto.

“Tutto può capitare ma non deve: la Juve è la Juve. E se non vince lo scudetto, arriva seconda, terza. O proprio male che vada, si qualifica per la Champions”.