Milan, è buio totale: i tre motivi della crisi rossonera

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Si è chiuso nel peggiore dei modi il girone d’andata del Milan, che contro la Lazio prende quattro sonori schiaffoni e alimenta ulteriormente quest’ultimo periodo profondamente negativo. I Campioni d’Italia in carica sembrano solamente l’ombra di quella frizzante compagine che solo qualche mese fa ha alzato al cielo lo scudetto, sbaragliando la concorrenza e rialzandosi sempre dai momenti difficili. Il crollo di ieri sera è la fotografia perfetta delle difficoltà che la squadra di Pioli sta affrontando nelle ultime settimane, che non vanno ricercate solamente nel fattore campo, ma anche nella programmazione e nelle scelte societarie in chiave mercato. Ecco quelli che secondo noi sono i tre motivi della profonda crisi rossonera.

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Milan, i motivi della crisi: Infortuni, involuzioni e una testa sempre più fragile

Partendo da quelle che sembrano essere le problematiche più ovvie, i rossoneri stanno palesando una condizione atletica generale non ottimale, che può essere notata soprattutto in calciatori come Theo Hernandez, reduce dal Mondiale ed a secco di energie da diverse settimane. La squadra viaggia spesso ad una velocità e a dei ritmi inferiori rispetto agli avversari, anche dal punto di vista del giro palla, e questo rappresenta un grosso handicap per la squadra di Pioli, che basa molta della sua efficacia sull’intensità e l’aggressività.

C’è poi l’aspetto mentale da considerare, perché la squadra non ha la stessa fame della passata stagione, e anche questo è sotto gli occhi di tutti. La vittoria dello scudetto potrebbe aver scatenato una sorta di “sindrome da pancia piena”, che in gruppi cosi giovani è sempre un rischio concreto. Anche dal punto di vista psicologico la squadra è scarica, stanca e lontanissima dalla freschezza mostrata nella gloriosa passata stagione. Gli infortuni poi non hanno di certo aiutato, specialmente nel caso di Mike Maignan, la cui sola presenza era in grado di dare grande solidità alla squadra.

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I problemi legati al mercato

Anche il mercato rappresenta un punto debole di quest’annata travagliata, e il motivo è presto detto. La squadra ha vinto il campionato coltivando dei talenti che sono diventati, nel corso degli anni, i pilastri che hanno trascinato la squadra ai risultati conquistati, ma davvero basta “solo” questo? Già dalla passata stagione i rossoneri palesavano delle difficoltà in alcuni reparti, ma la società, invece di puntellare ed alzare l’asticella in quelle zone de campo, ha continuato a basarsi esclusivamente su giovani acerbi o totali scommesse, finendo per non alzare il livello della squadra.

Negli scorsi mesi i rossoneri avrebbero potuto chiudere per Hakim Ziyech, un profilo che avrebbe alzato di molto lo spessore dell’attacco rossonero, ma la società ha preferito investire solamente su Charles De Ketelaere e lasciare la destra invariata. Ne consegue che il giovane belga, ancora alle prese con un difficile e fisiologico ambientamento, non ha ancora dato una mano concreta alla squadra, e li a destra continuano ad esserci evidenti lacune. I rossoneri hanno inoltre perso Kessié e non lo hanno rimpiazzato con un giocatore di pari livello, e anche questo conta nell’analisi generale. I vari Thiaw, Vranckx, Dest, Adli e Pobega sono dei riempitivi che possono rappresentare solo buone riserve o prospetti per il futuro, ma al Diavolo occorrono certezze e giocatori di livello internazionale che possano elevare, passo dopo passo, le ambizioni del club. Il Milan ha deciso di fermarsi, e questo è, secondo noi, il problema ad oggi più grande.