Monza, Galliani sul mercato: “Pinamonti e Joao Pedro costano molto”

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L’amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani, ha parlato a Radio Rai del mercato in entrata relativo al club neopromosso. Dopo aver preso Ranocchia e Cragno (che svolgerà le visite mediche oggi), il club lombardo è pronto a delle importanti operazioni in attacco, dove spiccano i nomi di Pinamonti e Joao Pedro. Ecco le parole dell’ex dirigente rossonero, riportate da TMW.

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Monza, Galliani parla del mercato in entrata

Sulla prima contro il Torino
“I lavori per quest’anno sono per riaprire la tribuna est, chiusa ormai da 20 anni. Lottiamo contro il tempo per aumentare la capienza, non basta la riapertura della tribuna est. Dobbiamo dotare di tornelli tutto l’impianto, sarà un lavoro complesso e lungo, vista la difficoltà nel reperire i materiali. Ci auguriamo di aprire fin da subito la tribuna est, poi se riusciremo a restare in serie A lavoreremo per il nuovo stadio. L’esempio è la Dacia Arena di Udine”.

Firmerebbe per arrivare a fine stagione primo nella colonnina destra della classifica?
“Assolutamente sì, l’obiettivo del Monza per la prima in serie A è la salvezza. Abbiamo impiegato 110 per arrivare in A, non dobbiamo impiegarne uno solo per tornare in B. L’obiettivo è la salvezza”.

Sulle problematiche relative alla pausa Mondiale
“Il Monza dovrebbe pagare un po’ meno degli altri, perché non avremo troppi giocatori che andranno al Mondiale. Per noi sarà una sosta. È qualcosa di nuovo per tutti, ci sarà una doppia preparazione. Non so se l’esperienza inciderà, ma una neopromossa deve sopperire sempre con la corsa e l’agonismo. I preparatori atletici dovranno dettare i programmi per la lunga sosta”.

Sul presunto problema dei “troppi stranieri”
“Noi in questo momento abbiamo definito già l’arrivo di Andrea Ranocchia. Alessio Cragno deve fare le visite mediche, se tutto andrà bene sarà il secondo acquisto. Pinamonti e Joao Pedro sono molto difficili visti i costi, ma noi tendenzialmente vogliamo costruire un gruppo italiano. Razzismo nel calcio italiano? Ci sono tanti stupidi, ma non credo che l’Italia sia un paese razzista”.

Sull’evoluzione del calciomercato
“Il campionato italiano è cambiato molto rispetto al periodo del grande Milan, oggi ci sono campionati che fatturano 3-4 volte il nostro. Tutte le squadre inglese e le big europee, rendono difficile il mercato per la serie A. E’ diventato molto difficile per le squadre italiane avere un big. L’ultimo giocatore che ha vinto il Pallone d’Oro giocando in Italia è stato Kaka, sarà difficilissimo vedere un nuovo Pallone d’Oro in serie A”.

Secondo lei il prossimo campionato sarà spaccato in due? Le piccole potranno dare fastidio alle big?
“Secondo me ci sono 12 squadre già salve prima di iniziare il campionato. In Italia si stanno consolidando i valori delle squadre, in Europa ultimamente ci vanno sempre le stesse”.

Viviamo in un momento di grande incertezza in tutti i settori, ma il calcio non sembra risentirne
“Il calcio vive in una sorta di bolla e guarda solo al proprio interno, e questo è un errore secondo me. Certo, sono tornati i tifosi agli stadi e i fatturati con i diritti TV sono aumentati. Il calcio in maniera miope va avanti come se non fosse successo nulla, e questo a mio avviso non va bene”.

Sulle partite contro il Milan
“(Ride, ndr). Lasciamo stare il Milan, abbiamo 19 avversari. 31 anni di Milan non si possono dimenticare, per me e Berlusconi è difficile vedere il Milan come un avversario normale. Ho già detto a Maldini che quando ci sarà Milan-Monza voglio tornare al mio posto”.

Sul mercato del Monza
“Bisogna ragionare bene con l’allenatore. Purtroppo il Monza, non avendo storia, può mettere solo 21 giocatori nati prima del 2000. Questo ci complica la vita. In tutta Italia c’è un solo giocatore cresciuto nel Monza, che è Pessina dell’Atalanta, un giocatore fra l’altro molto difficile da raggiungere per noi. Noi dobbiamo per forza inserire dei 2000 e dei 2001”.

Cosa ha pensato quando il Milan ha scelto Maignan al posto di Donnarumma?
“Maignan è un ottimo portiere, mi è dispiaciuto l’addio di Gigio, perché era arrivato al Milan da bambino”.