Napoli Campione, la storia dei protagonisti: da Lobotka ad Anguissa

Napoli Campione

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Il Napoli si è laureato Campione d’Italia per la terza volta nella sua storia, ripercorrendo, a distanza di oltre trent’anni, le gesta che portarono Diego Armando Maradona a prendersi il trono dello “Stivale” calcistico. La squadra di Spalletti ha conquistato l’agognato titolo dopo una cavalcata sensazionale, intrisa di entusiasmo, spirito di gruppo e raffinata proposizione calcistica, riconsegnando ad un popolo intero la gioia di un trionfo che mancava da ormai troppo tempo.

Napoli Campione d’Italia, la storia dei protagonisti del centrocampo

Molto del successo di questa squadra è frutto del grande lavoro svolto dai centrocampisti di Spalletti, dimostratisi, nel corso dell’annata, sempre dinamici, frizzanti e soprattutto volenterosi nell’aiutare i compagni di reparto. Di fatto, gli uomini della mediana partenopea hanno avuto un ruolo chiave dal punto di vista tattico, dal momento che le transizioni e la costruzione delle trame offensive sono state gestite egregiamente.

Lobotka e compagni hanno avuto il grande merito di riuscire a rendere il reparto un vero e proprio elastico in grado di dare rapidità al gioco ed allo stesso tempo rifornire efficacemente il reparto avanzato anche nelle fasi di transizione, una caratteristiche che ha reso il centrocampo azzurro camaleontico e difficile da affrontare.

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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

STANISLAV LOBOTKA

Il cervello del centrocampo azzurro ha trovato la svolta della sua carriera proprio a Napoli, dopo un periodo non esattamente esaltante vissuto tra le file del Celta Vigo. Lobotka aveva solamente bisogno di qualcuno che gli affidasse la cabina di regia e le chiavi del gioco, e che risvegliasse la sua consapevolezza dal letargo spagnolo. Spalletti ha creduto il lui sin da subito, ed è riuscito a far fruttare le sue potenzialità, rendendolo, di fatto, uno dei registi più intelligenti e moderni del calcio odierno.

La sua carriera ha visto il suo sbocciare tra i ranghi del Trenčín, per poi svilupparsi nelle giovanili dell’Ajax e nel Nordsjælland. Il vero primo grande salto della sua storia è stato quello che lo ha portato nel Celta Vigo, in Spagna, dove ha iniziato a far intravedere le sue importanti doti. Nonostante le qualità espresse in diverse circostanze il giocatore non è riuscito a prendersi del tutto la scena, ma a dargli la fiducia e l’occasione di cui aveva bisogno è stato proprio il Napoli, che decise di acquisirlo nel 2020.

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(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

ANDRE ZAMBO ANGUISSA

Dopo il cervello è il turno della diga del reparto. André-Zambo Anguissà si è reso protagonista nella piazza partenopea già dai primi periodi, mettendo in mostra non solo una grande prestanza fisica, ma anche tanta corsa, dedizione e capacità d’adattamento. Il camerunese ricopre perfettamente il ruolo di spalla per Lobotka, date le sue innate capacità nel fungere da schermo a protezione della difesa ed allo stesso tempo bravo ad aggredire gli avversari in posizione più alta.

La sua carriera da professionista inizia in una delle piazze più importanti di Francia, il Marsiglia, dove si rende protagonista di un’ascesa che porterà l’interesse di molti club europei nei suoi confronti. Dopo l’esperienza transalpina il giocatore viene acquisito dal Fulham, ma la sua esperienza inglese è stata caratterizzata da infortuni e retrocessioni, che non gli hanno consentito di esprimersi al massimo. Nel mezzo va inoltre registrato un anno di prestito al Villarreal, dove colleziona ben 39 presenze. Dopo l’ennesima retrocessione del Fulham il giocatore approda in Italia, divenendo sin da subito uno dei giocatori chiave di Spalletti.

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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

PIOTR ZIELINSKI

La storia di Zielinski è una delle più conosciute e probabilmente amate dai tifosi partenopei, dal momento che si parla di uno dei veterani della squadra, e che veste la maglia azzurra dal 2016. Quella di Zielinski non è stata una delle stagioni migliori della sua carriera, in quanto la sua figura è stata spesso allontanata dal protagonismo vissuto nelle gestioni passate. Il giocatore tuttavia ha mostrato sempre grande passione ed attaccamento alla maglia, e non ha mai mancato di esibire le sue importanti doti quando è stato chiamato in causa. Il trequartista polacco è stato, nel corso di questa stagione, un esempio esemplare dal punto di vista umano, vista la grande dedizione mostrata sul campo nonostante i bocconi amari ingoiati e le panchine collezionate.

La sua carriera inizia nelle giovanili dell’Udinese, dove riesce a mostrare delle doti di grande rilevanza, che hanno spinto poi l’Empoli ad acquisirlo per la prima squadra. Il ragazzo riuscì ad emergere con personalità ed una sana arroganza tecnica, e questo suo lato fu motivo di grande interesse per il Napoli. Dal 2016 ZIelinski continua ad essere un riferimento per la squadra, nonostante il suo ruolo risulti più marginale rispetto ai tempi di Gattuso e Ancelotti.

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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

TANGUY NDOMBELE ALVARO

Un ragazzo che aveva stupito tutta Europa, e che nel giro di pochissimo tempo portò su di se le attenzioni dei più grandi club al mondo, per poi finire nel dimenticatoio, in attesa di una nuova scintilla. Potrebbe sembrare la storia di una favola finita male, ma quella di Ndombele è certamente una carriera degna d’essere raccontata. Il classe 96′ è arrivato a Napoli per rilanciarsi e riprendersi la propria consapevolezza, che negli anni precedenti aveva subito degli urti non indifferenti. Cosa è successo quindi prima dell’approdo in azzurro?

Gli inizi della sua avventura nel mondo del calcio professionistico risalgono al 2016, anno in cui iniziò a mettersi in mostra con la maglia dell’Amiens. I grandi club francesi non ci misero molto a notarlo, tanto che il Lione lo acquistò l’anno successivo, assicurandosi un profilo che ai tempi era considerato uno dei più promettenti di tutta Europa. La sua ascesa prosegui con grande forza, e fu a quel punto che dall’Inghilterra arrivarono grosse offerte per lui, in particolare quella del Tottenham, che lo acquisì nel 2019. Dopo un iniziale periodo positivo il giocatore cominciò a calare e ad uscire di scena, finendo per essere ceduto nuovamente al Lione nel 2022. A quel punto il Napoli prese coraggio e decise di dargli l’opportunità di rimettersi nuovamente in gioco in una piazza calda e degna di nota.

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(Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images)

ELJIF ELMAS

Un chiaro esempio di jolly da sfoderare nelle situazioni più disparate, utile non solo in fase offensiva ma anche in quella di ripiegamento. Il macedone rappresenta, di fatto, una delle frecce “bonus” nella faretra di Luciano Spalletti, in quanto capace di giocare in tutti i ruoli dell’attacco e del centrocampo, con una particolare predisposizione verso le posizioni più offensive. Elmas è stato una “trump card” vincente in diversi periodi della stagione, facendosi trovare sempre pronto a dire la sua con grande voglia, fame e dedizione. Per lui si parlava addirittura di cessione all’alba della stagione, ma sia la sua volontà che quella di Spalletti hanno fatto si che potesse portare il suo contributo alla vittoria di uno storico scudetto.

La storia di Eljif inizia nelle giovanili della Stella Rossa di Belgrado, ma la prima grande tappa della sua carriera è il Fenerbahce, club turco che riesce a valorizzarlo e a farlo apprezzare da diversi club europei. Nel 2019 il Napoli decide di credere in lui e di acquisirlo, nonostante un impiego non sempre costante.