Napoli Calzona – Esordire contro il Barcellona? Fatto. Cambio stagione ed armadio rivoluzionato: c’è solo lo scudo del Napoli ora. Sì: solo per pochi mesi, ma guai a non dare vita ai propri sogni. Ed il sogno del tecnico di Vibo Valentia è sempre stato quello di sedersi sulla panchina degli azzurri: “Ieri quando sono arrivato in tangenziale mi è salita l’adrenalina. Napoli ti travolge. Sono molto felice di essere qui e spero di dare soddisfazioni a questo pubblico. Se lo merita”. Musica – più che parole – di Ciccio Calzona alla vigilia di Napoli-Barcellona.
Emozionato, lucido, pensieroso. Non potrebbe essere altrimenti se la tua prima volta al Maradona – da allenatore in prima – è contro Xavi&Co. Non sarà il Barcellona dei grandi, ma il cammino in Liga della squadra spagnola (per intenderci) equivale allo stesso della Juventus. Qualcuno aveva anche osato sminuirli. Dal talento di Pedri e Yamal all’esperienza di Lewandowski e Gundogan: sottovalutare questa squadra rappresenta eresia pura.
Seguendo quanto appena annunciato, il Barcellona entra in campo con la mentalità delle grandi squadre. Azzanna partita ed avversario: nei primi 20′ il Napoli non la prende mai. La posizione di Pedri e Gundogan – con l’ampiezza di Cancelo e Yamal – rappresentano grattacapi difficilmente risolvibili. Poi la mossa di Calzona: uomo su uomo. Il Napoli svolta e sale in cattedra: prende metri e metà campo avversaria. Politano cerca di accendere la luce, ma i tiri in porta tardano ad arrivare. Intrigano le sovrapposizioni interne di Di Lorenzo. Corto circuito tra De Jong e Cancelo: quanta fatica nel chiudere le avanzate del capitano del Napoli.
Quando gli azzurri pare siano padroni di sfera e campo, ecco il graffio del campione. Rrahmani si perde Pedri, che trova Lewandowski: destro ad incrociare e vantaggio blaugrana. Osimhen osserva e lo imita: prende il tempo a Martinez, spiazza Ter Stegen e dopo 15′ dal vantaggio del polacco firma il pari. Nel mezzo il coraggio di Calzona, che inserisce Lindstrom e Traorè per Kvaratskhelia e Cajuste. Uscita rabbiosa del georgiano: “Io non penso al nome: chi fa bene sta in campo”. Spiegherà così a Sky Sport il motivo dell’esclusione dell’ex Dinamo Batumi. Ma è proprio dopo questa sostituzione che il Napoli torna a spingere: forcing che poi porta al gol di Osimhen.
Poco. Troppo poco valutare 90′ di Napoli-Barcellona per studiare la parabola di Calzona sulla panchina degli azzurri. C’è una certezza: la forza delle idee. L’attuale CT della Slovacchia ne ha da vendere. E le sue mosse dalla panchina – abbinate al coraggio – portano il match in parità. Silente e pensieroso: osserva ed agisce. E quando decide di cambiare, lo fa. Uomo su uomo e dritti verso la porta. Toglie respiro ai spagnoli ed inizia a dominare l’avversario.
Il Napoli cambia volto (soprattutto) quando entra Traorè. Sprint, qualità e passaggio finale: ipotizzare una risalita dell’ivoriano non è cosa difficile. Terzini a tutta fascia e linea di difesa alta (altissima!): tanto da creare problemi anche a Lewandowski&Co. Concetti che il tecnico italiano è pronto ad evidenziare anche ai piedi del Vesuvio. Non si sa mai: «Un ticket per Calzona-land, grazie!».