Napoli: il talento al servizio della squadra

É troppo presto per dare prospettive, in queste prime sei giornate di campionato non si hanno ancora ben chiari i rapporti di forza tra le squadre. Ma quando non c’è ancora una vera favorita, la costanza di risultati e mettere punti in cascina sembra essere la strada migliore.

Con la vittoria contro il Cagliari di ieri sera, il Napoli ha centrato la sesta vittoria di fila su sei giornate, è salito a 18 punti e si è ripreso la vetta solitaria della classifica. Partenopei che hanno allungato sulle milanesi prime inseguitrici, mandando a-2 il Milan e -4 l’Inter.

Il mercato estivo non ha rivoluzionato la squadra. É stato riscattato Politano, poi tante operazioni minori. Con il colpo finale e rivelatore di Anguissa, arrivato in prestito dal Fulham. Il colpo vero probabilmente c’è stato in panchina con l’arrivo di Luciano Spalletti, che dopo un biennio da spettatore, ha sposato il progetto napoletano.

Spalletti è arrivato con una missione. Riportare il Napoli tra le prime quattro, dopo il brutto fallimento di Gattuso nell’ultima giornata della scorsa stagione. Ai tifosi è permesso sognare ovviamente e finora il Napoli in campionato è stato perfetto. Il tecnico toscano non ha un grande feeling coi campionati vinti (esperienza russa con lo Zenit a parte), ma se si cerca una squadra da piazzare lui è l’uomo giusto.

Con una rosa non rivoluzionata e già con una buona base, Spalletti non ha fatto dimenticare il 4-3-3 di Gattuso e ha provato a trovare un compromesso tra i singoli a disposizione e una forma tattica adatta all’allenatore.

L’elemento più importante del Napoli di queste prime giornate è che gli azzurri sono una squadra coerente, in cui il talento delle individualità si è unito a una compattezza di squadra che Spalletti ha restituito. Solo 2 le reti subite in sei giornate e 4 clean sheet.

La difesa è solida, ha ritrovato in Koulibaly uno straordinario leader che può fare affidamento su dei gregari affidabili come Manolas o Rrhamani. I terzini sono classici giocatori per la “causa”. Di Lorenzo e Mario Rui non saranno i top del ruolo ma ti garantiscono ciò che a una squadra pungente e solida di Spalletti serve.

La vera rivoluzione si è avuta a centrocampo. L’arrivo a sorpresa del mediano Anguissa dal Fulham ha svoltato il reparto. Messo come frangi frutti davanti alla difesa, il centrocampista ha dato forza fisica ma anche eqlulibrio e sganciato da alcune ansie e responsabilità Fabian Ruiz, finalmente mezzala pura e non regista arretrato e con più compiti offensivi. É rimasta poi la certezza Zielinski, ormai da tante stagioni un altro dei leader silenziosi di questo Napoli.

Se la difesa sta mostrando di essere granitica, l’attacco è sfuggevole, veloce ma anche letale. 16 gol in 6 giornate, secondo attacco dopo quello dell’Inter. Spalletti non ha fatto modifiche, ma anche qui ha ridato fiducia nelle potenzialità dei suoi. E soprattutto ha riscoperto Osimhen, il bomber che l’anno scorso è stato fermato da una stagione piena di infortuni.

In una squadra concreta, lineare ed efficace un 9 agile,forte e in forma è il finalizzatore perfetto che ha già segnato 6 reti totali. Il Napoli crea tanto in mezzo, con la qualità di Ruiz e Zielinski, ma anche dagli esterni, anch’essi ritrovati. A sinistra c’è Insigne, il capitano è dentro al nuovo mood della squadra e la vittoria europea con la Nazionale gli ha dato ulteriore slancio emotivo. A destra Lozano pare finalmente integrato a scatenare il suo talento al servizio del Napoli. In panchina un gruppo riserve che può dire la propria da Demme, Politano, Mertens,Elmas ,Ounas e Petagna.

Come si diceva all’inizio non è dato sapere se questo Napoli avrà il ritmo Scudetto tenuto finora, ma in una A incerta in cui le altre big incespicano essere quella con meno difetti, la più pronta, solida e dominante fa tutta la differenza e i 18 punti non sono un caso.