Napoli: l’importanza delle “seconde linee”

napoli panchina

(Photo by Dean Mouhtaropoulos/Getty Images)

Una delle principali forze del Napoli in questo avvio di stagione è stato senza dubbio l’apporto offerto dalle cosiddette “seconde linee”. A gara in corso o in occasioni di turnover, tutti coloro che a inizio anno erano stati etichettati come riserve, si sono resi protagonisti, aiutando non poco gli azzurri in questa splendida cavalcata iniziale.

Napoli da sogno grazie…alla panchina

A differenza delle altre big del campionato italiano, ciò che è subito risaltato all’occhio in casa Napoli è la presenza di “riserve” che non facciano sentire poi più di tanto la mancanza dei “titolari”. Le virgolette in questo caso sono d’obbligo, anche perchè dopo queste prime 12 partite stagionali, si fa fatica a capire quali siano i titolari e quali le riserve tra le fila dei partenopei.

Con l’infortunio di Osimhen, il terzo (importante) in tre anni, i tifosi azzurri erano già pronti al solito epilogo. C’era il pericolo di una squadra spenta, senza alternative valide e inoffensiva. Nessuno aveva fatto i conti però con Raspadori e Simeone, fin qui autori di 8 gol (4 a testa). I due si sono praticamente divisi i minuti a disposizione in assenza di Osimhen. Loro sono l’emblema, ma guai a dimenticare gli altri. A centrocampo il Napoli può infatti contare su Ndombelè (1 gol e 1 assist in 243 minuti) e su Elmas (tuttocampista da 1 gol in 280 minuti).

Anche in difesa c’è da menzionare il trio Ostigard, Juan Jesus e Olivera, con l’uruguaiano salito in cattedra nelle ultime partite e protagonista in totale di 314 minuti (10 presenze, 3 da titolare). In attacco poi come non parlare dell’alternanza praticamente fissa tra Politano e Lozano. In questo caso è praticamente impossibile stabilire chi sia il titolare e lo testimoniano anche i numeri. Sono 560 minuti per il primo e 482 per il secondo, in pratica una partita differenza (quella di domani contro l’Ajax dove Lozano molto probabilmente sarà titolare). Un equilibrio dunque importante, dove sono riusciti a ritagliarsi un minimo di spazio anche giovani interessanti come Zanoli, Gaetano e Zerbin. Una macchina perfetta dove tutti si sentono titolari.