(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Il 5 ottobre 1960, nello Stato di San Paolo, nasce Antonio de Oliveira Filho: Careca. Cresce nel Guaranì, con cui esordisce nel calcio brasiliano a 18 anni, nel 1978, facendosi subito notare. Alla fine della sua prima stagione in massima serie metta a segno 13 reti in 28 partite. Decisiva quella nella finale contro il San Paolo che regala, per la prima volta nella storia, il titolo al Guaranì. Resta nel club fino al 1983, tra prima e seconda divisione, segando in tutto 109 reti: ancora oggi è il secondo miglior marcatore della storia del Guaranì.

Gli anni al San Paolo

Passa al San Paolo nel 1983, e si dimostra subito all’altezza: con 17 reti in 20 partite arriva secondo in classifica marcatori, a pari merito con un certo Zico. La stagione successiva non scenderà in campo mai, riconquistando la maglia da titolare solo nella stagione successiva, che chiude con 12 reti. La sua stagione migliore al San Paolo, è quella del 1986. Segna 25 gol, compreso quello che manda ai rigori i rossoneri, sotto nella finale contro i suoi ex compagni del Guaranì, e vince il Campionato Statale e quello Nazionale. Chiude con il San Paolo con 115 reti segnate in 191 partite.

L’arrivo alla corte di Maradona

Careca, nel 1987, è un giocatore maturo: attaccante forte fisicamente e veloce, accompagnato da un enorme fiuto del gol, capace di segnare di destro (il suo piede naturale), di sinistro e di testa. Insomma, il compagno di squadra ideale da affiancare al miglior giocatore del mondo. Che è, per molti aspetti, il suo opposto. Argentino, funambolo, piccolo di statura. Sbarca a Napoli con un compito difficilissimo: esaltare le caratteristiche di Maradona, integrarsi con Giordano, e provare a bissare il primo storico scudetto, appena conquistato dai partenopei, alla loro prima volta.

Chiude la sua prima stagione con 13 reti, dietro solo a Maradona, L’anno successivo fa ancora meglio: 19 reti, che non bastano comunque al Napoli per raggiungere lo Scudetto. Arriva, invece, il primo trionfo europeo, la Coppa Uefa, vinta nella doppia finale contro lo Stoccarda. Buona parte del merito, è proprio di Careca, che segna una rete all’andata ed una al ritorno nella semifinale contro il Bayern Monaco, e poi si ripete in finale, con una rete a Napoli ed una a Stoccarda.

La stagione 1989/1990 è quella del secondo scudetto del Napoli, che Careca vive in altalena. Frenato dagli infortuni, scende in campo solo 22 volte, segnando comunque 10 gol, decisivi per la corsa al titolo. La stagione successiva inizia sotto una buona stella, con la prima Supercoppa Italiana, vinta battendo 5-1 la Juventus, tra cui la doppietta di Careca. Durante l’anno, però, la crisi tra il Napoli e Maradona si farà sentire, Careca chiude con 9 reti e la squadra finisce mestamente all’ottavo posto.

Con l’addio del “10”, a Napoli e all’Italia, sulla panchina del Napoli arriva Claudio Ranieri, e cambiano molte cose. I compagni di attacco di Careca diventano Zola e Padovano, la lotta tricolore è solo un lontano ricordo, ma arriva comunque, alla fine della stagione 1991/1992, un buon quarto posto. Per Careca sono 15 le reti segnate, con cui si ripresenta alla sua ultima stagione in maglia biancoazzurra. Sarà un’annata anonima per il Napoli, ma anche per Careca, che mette a segno appena 7 reti. Nella sua esperienza sotto al Vesuvio, saranno 95 i gol complessivi, in 221 presenze.

Careca ha 33 anni, e decide di sbarcare, con un certo successo, nel campionato giapponese, tra le fila del Kashiwa Reysol. Resta fino al 1996, prima di tornare in Brasile, dove giocherà nelle serie minori fino al 2004, all’età di 44 anni.