Nati oggi: Fernando Torres, El Niño con il cuore all’Atletico

(Photo by Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)

Il 20 marzo 1984, a Fuenlabrada, poco lontano da Madrid, nasce Fernando Torres, enfant prodige del calcio spagnolo ed internazionale. Entra da bambino nelle giovanili dell’Atletico Madrid, squadra con cui esordisce in Segunda Division ad appena diciassette anni. La stagione successiva, con 6 reti segnate, dà un contributo importante alla vittoria del campionato, e al ritorno in Liga dei Colchoneros. L’esordio nel massimo campionato, per El Niño, è impressionante: chiude in doppia cifra, e con la “9” sulle spalle diventa presto l’idolo della sua tifoseria. Tanto che la stagione successiva, a 19 anni, diventa capitano dell’Atletico Madrid. In quel momento, è senza dubbio uno dei migliori centravanti al mondo.

Le sirene di mercato, inevitabili, non lo distraggono: il legame con l’Atletico è più forte dei contratti milionari. Fernando Torres, il più giovane capitano della storia dei Colchoneros, resta a Madrid fino al 2007, quando alla porta bussa il Liverpool di Rafa Benitez. El Niño lascia quella che è stata la sua casa per buona parte della sua vita, e si tuffa nella Premier. Il primo anno supera il record di reti di Michael Owen, affermandosi come uno dei migliori calciatori al mondo. In estate, con la maglia della Spagna, conquista l’Europeo, segnando la rete dell’1-0 alla Germania. A fine anno arriverà terzo nella classifica finale del Pallone d’Oro.

Ciò che manca, però, sono i trofei. La bacheca di Fernando Torres, nonostante le valanghe di gol, resta vuota. Dopo tre stagioni e mezzo in maglia Reds, così, a gennaio 2011 passa al Chelsea, nell’ultimo giorno del mercato invernale. Un colpo a sorpresa, pagato 50 milioni di sterline. El Niño non è più un bambino, ma un uomo ed un calciatore di caratura internazionale, che a Londra, però, renderà molto meno del previsto. Una sola rete nella prima mezza stagione, 6 nella seconda, a cui vanno aggiunte le 3 reti in Champions League. Che si rivelano decisive per accedere alla finale di Monaco. Dove, al termine di una stagione tutt’altro che esaltante, il Chelsea vince la sua prima ed unica Champions League, superando il Bayern Monaco ai rigori.

Per Fernando Torres è il primo trofeo con la maglia di club, che arriva due anni dopo il Mondiale del 2010 vinto con la Spagna. In Sudafrica, però, non segna neanche una rete, e l’Europeo del 2012, in cui torna protagonista, è solo una parentesi. Al Chelsea, infatti, messo in ombra da Drogba e decisamente involuto, trova raramente la via della rete. Tanto che nel 2014 i Blues non si fanno troppi scrupoli a girarlo in prestito al Milan, che diventa acquisto a titolo definitivo qualche mese dopo. El Niño a Milano sarà solo di passaggio, perché a gennaio del 2015 fa il suo ritorno trionfale a casa, all’Atletico Madrid. Dove resta fino al 2018, ritrovando l’affetto, immutato, dei suoi tifosi, ed una certa costanza sotto porta. Lascia dopo la vittoria dell’Europa League, per chiudere la carriera in Giappone, prima di dare definitivamente l’addio al calcio, nel 2019.