Il 18 novembre 1963, a Gladsaxe, in Danimarca, nasce Peter Schmeichel, destinato a diventare uno dei portieri più forti della sua generazione. Cresce a due passi da Copenaghen, e arriva al grande calcio relativamente tardi. Il suo primo club professionistico è il Hvidovre, oggi nei meandri della seconda serie danese, ma nel 1983 ancora ai vertici. Dopo tre stagioni, tutte giocate da titolare, passa al più titolato Brøndby IF, con cui vince quattro titoli nazionali e sfiora una finale di Coppa Uefa.

Nel 1991, a 27 anni, è finalmente il tempo del grande salto. Al Manchester United, alla corte di Sir Alex Ferguson. Resta in maglia Red Devils fino al 1999, quando chiude una parabola di successi impressionante. La sua ultima partita, infatti, è la rocambolesca finale di Champions League vinta in rimonta contro il Bayern Monaco nei minuti finali. Sono le parate di Peter Schmeichel a tenere a galla lo United, che mette così in bacheca uno storico treble.

In estate vola in Portogallo, allo Sporting Lisbona, ma gli anni inglesi rimarranno per ovvie ragioni fondamentali. Basta dare un’occhiata al palmarès, per capire il perché: cinque Premier, 3 Coppe d’Inghilterra, 4 Charity Shield, 1 Champions League, 1 Supercoppa Uefa. Ma, soprattutto, la consapevolezza di essere stato per anni tra i migliori nel proprio ruolo. Per molti, ancora oggi, è il portiere più forte che abbia mai giocato in Inghilterra e, almeno tra i pali, è difficile dargli torto.

In maglia Sporting Lisbona fa in tempo a vincere anche il campionato portoghese, nel 2000, prima di tornare in Inghilterra, nel 2002, dove giocherà altre due stagioni, una con l’Aston Villa e una con il Manchester City.

La storia più bella, però, la vive con la Nazionale. Peter Schmeichel, come tutti i giocatori della Danimarca, alla fine della stagione 1991/1992 si pregustava già le vacanze estive. Ma la Guerra di Jugoslavia portò la Uefa ad escludere la nazionale balcanica, invitando i danesi in Svezia. Da outsider, stupirono tutti, superando in semifinale l’Olanda di Van Basten (a cui Schmeichel para il rigore decisivo) ed in finale la fortissima Germania: 2-0, reti di Jensen e Vilfort. Il mondo si accorge tutto d’un tratto che anche la Danimarca sforna talenti, e che in porta gioca il più forte di tutti.