Osimhen e Simy contro i soprusi della polizia in Nigeria

(Photo by Giovanni ISOLINO / AFP) (Photo by GIOVANNI ISOLINO/AFP via Getty Images)

Maggio 2020. Derek Chauvin, un agente di polizia, uccide George Floyd, un ragazzo afroamericano. Un atto che ha smosso il mondo intero, tra cui anche il calcio. Varie competizioni (la Premier League, per esempio), infatti, hanno messo in evidenza in vari modi la scritta ‘Black Lives Matter’ e diversi calciatori hanno esultato in ginocchio con il pugno alzato.

I soprusi della polizia, però, purtroppo, non accadono solo negli Stati Uniti. Nemmeno sei mesi dopo l’episodio di Floyd, infatti, in Nigeria la gente è scesa in piazza a protestare contro le brutalità subite da parte della SARS (Squadra Speciale Anti Rapina). Unità che è stata smantellata dal governo e sostituita dalla SWAT.

Le violenze, tuttavia, non sembrano essersi placate. Due giocatori della nostra Serie A, allora, hanno voluto contribuire alla lotta contro i soprusi, dando maggiore visibilità al problema. Nel pomeriggio di ieri, infatti, l’attaccante del Napoli e della nazionale nigeriana, Victor Osimhen, ha segnato il gol del 4 a 0 all’Atalanta (partita poi finita 4-1) e ha esultato abbracciando Gattuso, certo, ma anche mostrando alle telecamere una maglia bianca che recitava l’hashtag #EndPoliceBrutality in Nigeria.

Un gesto che si è ripetuto poche ore dopo. Durante Crotone-Juventus, i pitagorici si sono portati in vantaggio (poi raggiunti) con il rigore calciato da Nwankwo Simy, anche lui nigeriano. Come il connazionale, anche Simy ha esultato mostrando una maglia con la stessa scritta. Un messaggio chiaro, forte lanciato a tutto il mondo con l’unico intento che i soprusi verso la loro gente cessino una volta per tutte.