Un po’ Percassi, un po’ per desiderio: la Dea a stelle e strisce non dimentica il passato

Atalanta Percassi

Atalanta, Percassi fa entrare gli USA in società (Getty Images)

L’Atalanta guarda all’America e viceversa: il club è pronto a fare il salto di qualità, ormai Percassi se l’è posto come imperativo. La storia della Dea è chiara, una squadra volitiva e determinata gestita da una famiglia che nel tempo ha comunicato gli stessi valori anche sul piano strategico ed economico: è passata dall’aspirare una salvezza serena in un passato ormai non più tanto recente – neppure così remoto – a sognare la Champions League con grandi imprese come quella compiuta ad Anfield Road in casa del Liverpool.

In mezzo tante cavalcate, dalla parte bassa e alta della classifica, un andirivieni continuo di prospettive, speranze e giocatori. Filosofia di vita che ha portato numerosi allenatori a mollare la presa perché, spesso, la squadra veniva smantellata – cedendo i pezzi da novanta – per esser ricostruita strada facendo. La Dea i top player li ha sempre avuti in casa: non ha mai comprato il grande nome per infiammare la piazza, ha sempre puntato sui diamanti grezzi che poi iniziavano a brillare facendo gola alle altre squadre. Così ricominciava il giro.

Percassi, rivoluzione Atalanta: cosa cambia con l’ingresso degli americani

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Percassi, la rivoluzione dell’Atalanta a stelle e strisce (Getty Images)

Questo fin quando è stato possibile accontentarsi. Ormai l’Atalanta non può più nascondersi: fino a qualche anno fa reggeva la convinzione di sorpresa della Serie A e di “fattore Champions”, ma quando cominci a mordere le caviglie delle grandi con continuità il ruolo di outsider non va più bene.

Un abito che sta stretto, alla luce anche degli investimenti fatti allo stadio – Gewiss rifatto e rimodernato al pari di un grande club – e le operazioni di mercato che tendono sempre a mantenere un certo assetto. Cosa a cui prima, per ovvie ragioni, si faceva meno caso: ora, che a certi particolari occorre guardare, è bene frugarsi in tasca e capire che nessuno si salva da solo. Nel caso specifico, nessuno migliora senza una spinta ulteriore.

Stephen Pagliuca, chi è il businessman che ha convinto la famiglia Percassi

Stephen Pagliuca
Stephen Pagliuca, dal basket al calcio con la Dea (Getty Images)

Anche per questo a Bergamo arriva il gruppo di investitori capitanati dal businessman Stephen Pagliuca: soci presenti nella Dea per il 55%. Una vera e propria partnership che servirà a dare all’Atalanta un taglio internazionale e maggiore liquidità sul mercato. Oltre che disponibilità economica.

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Questo è il fattore in controtendenza con gli altri club italiani, dove alcuni magnati americani sono subentrati smantellando tutto. Stavolta, invece, Antonio e Luca Percassi rimangono al timone dei bergamaschi – rispettivamente nella carica di Presidente e Amministratore Delegato del club – con la collaborazione a stelle e strisce.

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Significa avere un patrimonio da 400 miliardi di euro da cui poter, eventualmente, attingere. Vuol dire respirare sul piano economico, ma anche organizzare le cose in maniera diversa sul piano di espansione del potere d’acquisto e gestione di capitali. Forza in campo e sul mercato senza perdere di vista il proprio DNA. I Percassi fanno scuola aprendo un varco che si basa sul sodalizio – squisitamente economicoItalia-USA. Che sia l’inizio di una nuova frontiera in Serie A? I confini del pallone si allargano e ridisegnano (anche) l’economia.