Plusvalenze, parla l’esperto: “Valutazione oggettiva dei calciatori? Si può fare”

Arthur

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Uno dei temi e, soprattutto delle contraddizioni emerse dall‘indagine Prisma è se sia possibile o meno definire un valore oggettivo per un calciatore. Fino ad oggi la risposta, da parte dei tribunali e degli organi preposti a decidere, è stata negativa. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, di questo ha parlato Luigi Libroia che si occupa proprio di valutazione dei calciatori e collabora con squadra di Serie A, B e C:

“Perché un calciatore è valutabile? Perché tutto è valutabile, compresi beni immateriali come marchi e brevetti. Noi lo abbiamo fatto per i calciatori del Palermo, quando siamo stati chiamati come consulenti di parte durante il processo per il fallimento del club. Un altro esempio: un decreto legge del 2020 permette ai club di rivalutare la propria rosa, cosa che dimostra la possibilità del calcolo. Come si può fare? Attraverso le transazioni di calciatori comparabili. Noi abbiamo creato un algoritmo che analizza le prestazioni dei calciatori ed è in grado di individuare giocatori con caratteristiche simili. Ipotizziamo di dover stabilire il valore di un calciatore X: si può fare considerando la cifra a cui sono stati venduti calciatori comparabili. Naturalmente, bisogna applicare correttivi per età, difficoltà del campionato, evoluzione del mercato, infortuni e altre variabili. Credo sia giusto distinguere tra prezzo e “fair value”, cioè l’equo valore di mercato. Quest’ultimo può essere stabilito oggettivamente, mentre è giusto che il prezzo vari per contingenze di mercato, come l’interesse particolare di un club per un giocatore. Il punto, secondo me, è capire quando il prezzo di vendita, rispetto all’equo valore di mercato, non varia del 10, 30 o 50% ma raggiunge cifre di 10, 20, 30 volte superiori”.