Polonia-Italia, tanto rumore per nulla

(Photo by JANEK SKARZYNSKI/AFP via Getty Images)

Tifosi. Rumore. Calcio. Tifosi e calcio. Finalmente. L’Italia gioca a Danzica contro la Polonia e sotto gli occhi di 9.000 tifosi. Pochi? Fa nulla. Tifosi per la maggior parte della squadra avversaria? Fa nulla. Ciò che conta è quel rumore di sottofondo, le grida, i cori, anche se solo abbozzati, e persino i fischi. I tifosi ed il calcio, una simbiosi imprescindibile, un’accoppiata indivisibile. Finalmente.

Terza giornata di Nations League per Polonia ed Italia. Si gioca a Danzica, dove i polacchi permettono l’ingresso di 9.000 tifosi, il 25% della capienza della splendida Arena Gdańsk. Nonostante un numero di contagi preoccupante, e forse maggiore a quello italiano in relazione a tamponi ed alla numerosità della popolazione, la Polonia apre gli stadi, almeno a Danzica, considerata zona gialla per quanto riguarda l’emergenza Covid. Scelta giusta o sbagliata che sia, parlando di calcio quel rumore di sottofondo è manna dal cielo.

Poche grida, qualche fischio qui e là, qualche bandiera sventolata sugli spalti, anche italiana, qualche sorriso inquadrato dalle telecamere ed è subito calcio.

L’Italia sembra carica già dal momento degli inni nazionali. La staffetta tra Immobile e Belotti questa volta premia l’attaccante del Torino, affiancato in attacco da Pellegrini e Federico Chiesa, neo acquisto juventino. Terreno di gioco in pessime condizioni, con zolle e buche non all’altezza dello splendido impianto polacco.

Gli azzurri fanno gioco e dominano la partita sin dai primi minuti. La Polonia agisce in ripartenza. Al 10′ l’occasione per Chiesa è clamorosa: bel cross di Belotti per l’esterno della Juventus che solo in mezzo all’area e a porta spalancata spara alto. La Polonia si difende e prova ad innescare Lewandowski, ma al 17′ Emerson Palmieri è bravo a chiudere sull’attaccante del Bayern Monaco. Intorno alla mezz’ora di nuovo Chiesa e successivamente Belotti non riescono a concretizzare due buone occasioni dall’interno dell’area piccola. Il primo tempo, dunque, si chiude con un’ottima Italia, ma senza gol.

Il secondo tempo ripercorre il copione del primo: l’Italia preme, la Polonia tiene. Emerson Palmieri si rende pericoloso prima di testa, con un tuffo ravvicinato che finisce di poco a lato, e poi di piede, ma il suo controllo sbagliato permette a Fabianski di bloccare la sfera. Mancini fa entrare anche Kean, Caputo, Berardi e Locatelli e l’Italia continua a spingere, senza, però, creare grosse occasioni. A cinque minuti dalla fine gli Azzurri rischiano la beffa, ma una pericolosa deviazione difensiva su cross dei polacchi finisce sull’esterno della rete, dando l’illusione ottica del gol ai tifosi polacchi (Urla. Emozioni). L’ultima occasione per gli azzurri arriva nei minuti di recupero: bel lancio di Berardi per Kean che da sinistra crossa forte in mezzo per Locatelli che per questioni di centimetri non trova la deviazione decisiva.

La partita finisce lì. Alla fine sono applausi, letteralmente (finalmente!), sia per la Polonia, che raccoglie un buon punto, che per l’Italia, che conferma il buon gioco e lo spirito di gruppo mostrato dall’avvento di Mancini a questa parte.

Alla fine sono applausi ed entusiasmo (finalmente!), ma zero gol.