Racconto Mondiale: Germania 2006, il cielo è azzurro sopra Berlino

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L’estate 2006 è stata rovente per l’Italia, fra ciò che successe nei tribunali in patria e le imprese della Nazionale sul campo in Germania. È appena scoppiato lo scandalo Calciopoli, che coinvolge tante squadre della Serie A, tra cui la Juventus che fornisce diversi elementi alla selezione di Marcello Lippi – altro grande ex bianconero. In molti chiedono anche l’esclusione dei tesserati del club, che alla fine risulteranno determinanti per la vittoria finale. Nell’ultimo atto l’Italia si prende la rivincita sulla Francia ai calci di rigore, vendicandosi della beffa nella finale dell’Europeo 2000 in quella che fu l’ultima gara della carriera di Zinedine Zidane, conclusa anzitempo con il cartellino rosso per la famosa testata a Materazzi.

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Germania 2006, grandi squadre in campo

Dopo la delusione nel Mondiale 2002 e nell’Europeo 2004, l’Italia cambia radicalmente. Arriva Lippi al posto di Trapattoni e solo 9 elementi vengono confermati rispetto alla spedizione in Corea. Il CT può contare su calciatori del calibro di Buffon, Nesta, Cannavaro, Zambrotta, Gattuso, Pirlo, Camoranesi, Totti, Del Piero, Inzaghi e Toni, più altre scommesse come Zaccardo, Barzagli e soprattutto Fabio Grosso, che diventerà uno dei grandi protagonisti.

La Germania padrona di casa schiera gente come Klose, Podolski, Lahm, Metzelder, Ballack e Schweinsteiger, la Francia guidata da Zinedine Zidane gioca con Henry, Trezeguet, Vieira, Thuram, Ribery, Diarra, Abidal e Sagnol. C’è l’Inghilterra di Rooney, Owen, Beckham, Lampard, Gerrard, Ferdinand, Neville e Terry, il Portogallo di un giovane Cristiano Ronaldo che può contare anche su grandi “vecchi” come Figo, Pauleta e Costinha, oltre a Deco, Simao e Ricardo Carvalho.

Infine ci sono le due grandi sudamericane. Il Brasile porta Ronaldo, Ronaldinho, Kakà, Adriano, Juninho, Emerson, Cafu, Roberto Carlos, Lucio e Dida, mentre per l’Argentina è il primo Mondiale di un Lionel Messi non ancora 19enne in cui spiccano Tevez, Crespo, Riquelme, Cambiasso, Mascherano, Ayala, e l’attuale CT Scaloni.

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Il cammino fino alla finale

Nel gruppo A la Germania vola con un netto 3 su 3, con un sorprendente Ecuador al secondo posto, mentre l’Inghilterra nel gruppo B arriva davanti alla Svezia. L’Argentina vince il girone C per la miglior differenza reti sull’Olanda di Robben, Van Persie, Van Nistelrooy e Sneijder, con il Portogallo che domina il girone D davanti al Messico. L’Italia è inserita nel gruppo E e parte subito alla grande con il 2-0 al Ghana firmato Pirlo e Iaquinta, mentre contro gli Stati Uniti arriva solo un 1-1 – Gilardino e autogol di Zaccardo. Alla terza altra bella vittoria per 2-0 contro la Repubblica Ceca di Nedved. Anche il Brasile campione in carica fa 9 punti contro Giappone, Croazia e Australia – seconda -, mentre la Francia fatica moltissimo e si qualifica come seconda all’ultima partita dietro alla Svizzera. Infine la Spagna vince il girone H a punteggio pieno davanti all’Ucraina.

Agli ottavi Germania e Brasile si sbarazzano di Svezia e Ghana, mentre Inghilterra e Portogallo battono per 1-0 Ecuador e Olanda. L’Argentina ha bisogno dei supplementari per battere il Messico, con la Francia che sorprende battendo nettamente la Spagna per 3-1. La sorprendente Ucraina elimina la Svizzera ai rigori – elvetici eliminati con 0 gol subiti in 4 gare -, mentre all’Italia serve un calcio di rigore di Totti al 95′ per avere la meglio sull’Australia.

Ai quarti la Francia sorprende ancora eliminando il Brasile, mentre la Germania elimina l’Argentina ai rigori, così come il Portogallo con l’Inghilterra. L’Italia è fortunata perché trova la cenerentola Ucraina e la batte per 3-0. In semifinale ai transalpini basta un rigore di Zidane per eliminare il Portogallo. Gli Azzurri invece vivono la prima notte magica al Westfalenstadion di Dortmund battendo la Germania per 2-0 ai supplementari. Gli eroi sono Fabio Grosso ed Alex Del Piero, con Cannavaro e Buffon monumentali a neutralizzare ogni attacco tedesco.

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La Finalissima

Si arriva così al 9 luglio 2006 nella capitale della Germania, Berlino. La Francia passa in vantaggio subito con un rigore molto generoso trasformato da Zidane. L’Italia risponde con la rete di Marco Materazzi e dopo 90 minuti di battaglia si va ai supplementari. E qui i due marcatori sono i protagonisti dell’episodio che resterà negli annali per sempre.  Dopo un diverbio, il campione francese rifila una testata in pieno petto al difensore italiano. L’arbitro Elizondo non si accorge di nulla ma su segnalazione del guardalinee – o forse di qualcuno che ha rivisto l’azione in un monitor – torna sui suoi passi ed estrae il cartellino rosso per il numero 10, che termina così la sua carriera.

Si va ai calci di rigore. Gli italiani sono infallibili, i transalpini sbagliano con David Trezeguet. È il momento di Fabio Grosso. Se segna, l’Italia vince. Sguardo concentrato e via. Palla da una parte, Barthez dall’altra ed esplode la gioia azzurra. Il capitano Fabio Cannavaro alza nel cielo di Berlino la quarta Coppa del Mondo dell’Italia. E il cielo si tinge d’azzurro.