Roma, Petrachi difende il suo operato ed attacca Pallotta

L’ex direttore sportivo della Roma, Gianluca Petrachi, è intervenuto ai microfoni di Radio Radio per raccontare la sua versione della storia rispetto al licenziamento avvenuto a luglio. Questo uno stralcio delle sue parole, dove l’ex ds difende quanto fatto e non risparmia un attacco a James Pallotta:

Sono andato a Roma con molto entusiasmo ma quell’esperienza mi ha mortificato. Tutti dicono che l’ambiente giallorosso è difficile, io ho voluto, nella mia testardaggine, pensare di cambiare questa situazione. Unione e compattezza all’interno della struttura Roma non ci sono mai state, ci si parlava dietro e ci si prendeva a male parole appena voltate le spalle, io ho cercato di unire e integrare anche chi non si sopportava. Ho spiegato che per vincere si parte dalle basi e bisogna avere dietro una famiglia forte con cui andare a fare la guerra“.

Petrachi ha inoltre raccontato del suo rapporto con Pallotta, filtrato da un intermediario: “Alla mia persona di riferimento ho chiesto a gennaio se il presidente fosse contento del mio lavoro, io non parlo bene inglese e per questo non avevo un rapporto diretto. A Natale abbiamo vinto a Firenze ed eravamo quarti in classifica: ho mandato un messaggio al presidente e non mi ha mai risposto. Lì ho capito che mi stavano scavando la fossa e cercando di distruggere in maniera subdola. La mia è stata una morte lenta, un’agonia. Così come lo è stata per molti prima di me. Non parlo della pressione dei tifosi. Spesso non si dicevano le cose come stanno ai tifosi, io l’ho fatto e forse non lo rifarei“.

Altro tema interessante è quello del calciomercato: “Ero libero di poter scegliere sul mercato. Non c’è stato nessun condizionamento, nemmeno da parte di Baldini: lui ha sempre rispettato il mio ruolo. La Roma mi ha lasciato fare da un punto di vista calcistico, il problema era il resto. Si vince se si rema tutti dalla stessa parte, non se ci sono persone all’interno che remano contro o che sperano che vada male. C’è un problema di voci che filtrano fuori dall’ambiente Roma: come diceva Spalletti, ci sono dei topini a Trigoria“.