Salernitana, parla Ribery: “Prima la salvezza e poi voglio diventare allenatore”

Salernitana Ribery

(Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

La nuova vita di Frank Ribery. Terminata la straordinaria carriera da calciatore, il francese ha iniziato quella che lo dovrebbe portare a diventare allenatore. Lo ha fatto a Salerno, ultima tappa della sua avventura da giocatore nel mondo del pallone. Con la Salernitana, Ribery, ha prima conquistato una storica salvezza nella scorsa stagione da protagonista in campo, in quella attuale vorrà ripetersi nelle vesti di collaboratore tecnico. Ribery ha parlato in esclusiva al quotidiano tedesco Bild. Di seguito ecco le sue dichiarazioni riportate in Italia dai colleghi di salernitananews.it.

Salernitana Ribery
(Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Ribery: “Ho bisogno delle pressioni pre partita per vivere felice”

“Sono a Salerno in questo momento e mi unirò alla squadra come vice-allenatore. Spero che con la mia esperienza possa aiutare la squadra ad uscire dalla zona retrocessione”. 

“Il mio obiettivo è quello di diventare allenatore. Ringrazio la Salernitana per avermi dato fiducia come vice-allenatore. Questo mi dà anche l’opportunità di prepararmi per il mio diploma di allenatore”.

“Essere un allenatore mi darà quello che già mi manca, vale a dire la pressione prima di una partita, la preparazione, l’allenamento, i tifosi e l’atmosfera. Ne ho bisogno per essere felice. Ho imparato tutto nella mia carriera e ho incontrato grandi formatori che mi hanno trasmesso la loro passione e conoscenza. Quindi penso di avere buone prospettive per diventare un allenatore”.

“Per me la cosa più importante è che ci sia una perfetta simbiosi tra i giocatori e l’allenatore e che entrambe le parti si apprezzino e si rispettino. L’allenatore deve creare una buona comunità, nella quale tutti i giocatori devono sentirsi importanti”.

“A volte sono importanti semplici dettagli come un abbraccio, un ciao, delle parole che permettono di piacersi e motivarsi quando non si è di buon umore. Mi piace ripensare ai miei primi anni con Ottmar Hitzfeld o Jupp Heynckes, quando esisteva questo tipo di comunicazione in squadra. Questo mi ha permesso di essere sempre al top”.

“Pep Guardiola era un ottimo allenatore, il nostro rapporto è buono. Ma ho avuto il miglior feeling con Hitzfeld, Heynckes e anche con Carlo Ancelotti, che è una persona fantastica. Con questi allenatori ero al massimo della forma, lucido e mi divertivo come un ragazzino. Con Van Gaal invece litigavo sempre”.