Sampdoria, Stankovic: “Dobbiamo continuare ad essere orgogliosi e umili”

Sampdoria Stankovic

(Photo by Simone Arveda/Getty Images)

La Sampdoria di Stankovic reagisce al pareggio beffa di Monza e ferma l’Inter seconda in classifica. Uno 0-0 che dà più morale che cambiamenti in classifica, ma dimostra che i blucerchiati sono ancora vivi e che credono in quello che sarebbe un miracolo. Alla prossima sempre in casa contro il Bologna si capirà se la squadra potrà fare un ulteriore passo in avanti. Al termine del match Dejan Stankovic ha rilasciato alcune dichiarazioni a Dazn.

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Le parole di Stankovic dopo Sampdoria-Inter

“Nelle ultime partite abbiamo lasciato tantissimo in giro dall’85’ in poi. Ma nel calcio come nella vita si trovano gli equilibri. Una settimana fa potevamo portare tre punti a casa. Dopo la partita ero distrutto per i ragazzi. Qualche episodio nel finale ci è andato a favore e abbiamo portato a casa un grandissimo punto ed è tutto merito dei ragazzi. Non mollano di un centimetro. L’Inter è una squadra con obbiettivi ben diversi, con una rosa spettacolare e dal vivo fanno ancora più paura. Noi siamo andati con il petto in fuori calcolando i rischi perchè giochi in casa con un tifo spettacolare. Abbiamo creato un po’ di chances. Per i miei gusti potevamo tirare di più.”

“Non voglio pentirmi di non aver dato tutto ed è il messaggio che voglio dare ai ragazzi. Ogni partita è una cosa diversa. Dobbiamo uscire dal campo a testa alta. Basterà? Non lo so, ma con questo atteggiamento e questo tifo continuo a crederci. Sappiamo soffrire, gioire, essere umili, ma anche orgogliosi.”

“Gabbiadini è in un buon momento, tutti i giocatori offensivi lavorano molto per essere equilibrati in campo. Io cerco sempre di schierare più giocatori offensivi, ma devo rispettare anche la squadra. I rischi devono essere calcolati.”

“Cerco di metterli in condizione fisica e tattica per dare tutto. Il gruppo chiede di proseguire la crescita. Amione, Nuytinck e Murillo hanno fatto una grandissima partita. Anche Cuisance, Paoletti e tutti i ragazzi hanno fatto bene. Dico ai ragazzi che la carriera di un calciatore è molto breve, una quindicina di anni e dieci di quelli belli. Ci sono mille problemi, ma possiamo cambiare qualcosa? Il campo è il nostro problema, se manchiamo le risposte anche lì diventa difficile. Dobbiamo continuare ad essere orgogliosi e umili allo stesso tempo.”