Se il giornalismo sportivo tocca il fondo

(Photo by LLUIS GENE/AFP via Getty Images)

Capita, anche ai migliori, di sbagliare. Ma quando un giornalista si siede alla scrivania, e inizia a battere sui tasti per raccontare una partita appena terminata, è improbabile che sbagli la scelta dei tasti. Semmai, quella delle parole. Con risultati che possono andare dal comico al grave.

E qui, all’estremo di questa ipotetica scala valoriale, sta l’articolo di Salvador Sostres, giornalista del quotidiano spagnolo “ABC”. Che, raccontando il match di Champions League del Barcellona contro gli ungheresi del Ferencvaros, ha “elogiato” così la giovane stella blaugrana Ansu Fati: “Ansu quando corre ha qualcosa di simile ad una gazzella, sembra un venditore ambulante giovane e nero che scappa dopo l’annuncio dell’arrivo della polizia”.

Parole scritte così, senza dar loro il giusto peso, con una leggerezza che non è propria del giornalista, e che trasudano un malcelato razzismo. Tanto che Antoine Griezmann, compagno d’attacco di Ansu Fati, ha subito denunciato la grave mancanza di Salvador Sostres, attraverso il suo profilo Twitter. “Ansu è un ragazzo eccezionale che merita rispetto come qualunque essere umano. No al razzismo e no alla maleducazione”, ha scritto il francese.

Ovviamente, non finisce, e non può finire, qui. Il Barcellona, stando alle anticipazioni del quotidiano catalano Sport, è pronto ad adire le vie legali contro il giornalista, reo di aver utilizzato toni discriminatori inaccettabili. Difficile, impossibile anzi, dare torto al club blaugrana, che non pare intenzionato ad accontentarsi delle semplici, ed a questo punto assai tardive, scuse di Salvador Sostres. Perché di sbagliare capita a tutti, ma farlo utilizzando così tante parole, e così maldestramente, è diabolico. Stigmatizzare, specie in un momento storico carico di tensioni e divisioni, è dovere civile, non tanto da giornalisti, quanto da esseri umani.