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Serie A

Serie A, il 2022 dell’Hellas Verona

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Serie A Verona

Questo 2022 in Serie A è stato sorprendente per l’Hellas Verona. Gli scaligeri hanno stupito tutti e raramente capita che questo sentimento riguardi sia una visione positiva che negativa. Il Verona entrava nel 2022 al dodicesimo posto in classifica con 24 punti. Igor Tudor aveva preso la squadra da 16 partite dopo l’inizio shock con Di Francesco e la svolta c’era stata. I successi importanti contro Roma, Lazio e Juventus e soprattutto gioco e identità. Il Verona perdeva poco e risaliva la classifica, il nuovo anno partiva sotto i migliori auspici. Sebbene il girone di ritorno non avesse portato successi di spicco, tuttavia, i 29 punti avevano regalato un nono posto totalmente inaspettato e per alcuni tratti anche qualche ambizione europea. Un’estate turbolenta con cessioni eccellenti e l’addio di Tudor hanno cambiato tutto. Il Verona si trova oggi in una situazione pericolosissima. I veneti sono ultimi a 5 punti ad otto lunghezze dalla zona salvezza.

(Photo by Pier Marco Tacca/Getty Images)

Il buon avvio in Serie A del Verona

La squadra di Tudor aveva in breve tempo trovato un’identità in campo e una consapevolezza che l’avevano resa una squadra temibile per qualsiasi avversaria. Nessuna big poteva sottovalutare il Verona e dopo l’inizio shock in campionato era già un traguardo. L’addio di Juric in estate sembrava aver cambiato le prospettive, ma Tudor ha saputo non solo mettere il pratica la sua idea di gioco, ma anche valorizzare moltissimi giocatori. Barak, Simeone e Caprari sono stati assoluti protagonisti della stagione. I tre sono stati capaci di superare la doppia cifra e di realizzare nel complesso 40 gol del Verona su 65. Poi ci sono state anche le ottime prestazioni di Casale, Tameze e Ilic. Un nono posto raggiunto con grande merito. Ma dopo questo risultato nessuno si sarebbe aspettato quello che sarebbe successo in breve tempo.

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Un crollo verticale

L’estate è stata un susseguirsi di addii. Il primo è stato Igor Tudor, a seguire le cessioni di Barak alla Fiorentina, Simeone al Napoli e Caprari al Monza. Il nuovo mister Gabriele Cioffi si è ritrovato ad iniziare la stagione con una squadra incompleta e molto involuta dal punto di vista tattico. Gli arrivi di Henry, Djuric e Verdi non potevano sopperire i grandi numeri dell’attacco della stagione precedente. L’unica sopresa positiva è stato Doig. Il Verona presto ha dimostrato tutte le sue lacune e difficoltà. 5 punti in 5 giornate sembravano già pochi rispetto all’anno precedente. Nessuno, però, poteva immaginare che sarebbero stati gli ultimi. La vittoria contro la Sampdoria del 4 settembre è stata l’ultima luce per gli scaligeri. Da quel momento una serie infinita di 10 sconfitte a completare l’anno.

Le sconfitte contro Lazio, Fiorentina, Udinese e Salernitana sono costate la panchina a Cioffi. Al suo posto è stato promosso l’allenatore della Primavera Bocchetti, senza patentino. La squadra ha cambiato atteggiamento, ma il limiti tecnici hanno impedito di conquistare risultati e a breve anche il carattere è stato perso. Buone prestazioni contro Milan, Sassuolo, Roma e Juventus, ma non è bastato. Scaduta la deroga di Bocchetti, il nuovo Verona ricomincerà con Zaffaroni in Serie A. Senza mercato e senza un miracolo sportivo per i gialloblu il rischio retrocessione è molto alto. Uno spreco, considerato l’ottimo livello degli ultimi anni, che ha come responsabile le scelte errate del presidente Setti.

 

Nato nella splendida Bassano del Grappa nel 1997, sono innamorato del calcio fin da piccolo. Mi piace giocarlo, guardarlo e raccontarlo. Sono anche appassionato di politica e di altri sport come lo sci e la Formula 1. Dopo una laurea in Scienze Politiche a Padova, mi sono specializzato in Informazione ed Editoria all'Università degli Studi di Genova. Il sogno? Fare della mia passione il mio lavoro.

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Roma, Abraham operato al ginocchio: lunghissimi i tempi di recupero

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tempi di recupero Abraham

La stagione con la maglia della Roma per Tammy Abraham si è concluso come peggio non si poteva. Prima la Finale di Europa League persa ai calci di rigore contro il Siviglia e poi il bruttissimo infortunio rimediato nell’ultima partita di Serie A contro lo Spezia. Il centravanti nella gara contro i liguri si è procurato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Il giocatore è stato operato nella giornata odierna a Londra e il club giallorosso ha diramato un comunicato ufficiale sulle sue condizioni.

Roma, Abraham operato al ginocchio: il comunicato

“Tammy Abraham è stato sottoposto in data odierna a intervento chirurgico al ginocchio sinistro per la ricostruzione del legamento crociato anteriore. L’intervento, effettuato dal dottor Andy Williams presso il Cromwell Hospital di Londra, alla presenza del responsabile sanitario dell’AS Roma, dottor Massimo Manara, è terminato con successo. Il calciatore resterà nella clinica londinese per alcuni giorni e inizierà a breve il ciclo di riabilitazione stabilito dallo staff medico del Club. Forza Tammy!”

Sono lunghissimi i tempi di recupero previsti. Abraham non sarà in campo nella prima parte della prossima stagione. Per lui sono previsti 8-9 mesi di stop. Potrebbe rientrare tra la fine di marzo e l’inizio di aprile del 2024.

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Milan, ufficiale: dopo Maldini via anche Massara

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Milan Massara

Continua la rivoluzione in casa Milan. Il club rossonero dopo aver mandato via Paolo Maldini, pochi minuti fa ha annunciato ufficialmente l’addio anche al direttore sportivo Frederic Massara. L’annuncio è arrivato con un breve comunicato pubblicato sul sito internet dei rossoneri e sui profili social. Massara arrivò al Milan nell’estate del 2019 ed insieme a Maldini è riuscito a costruire la squadra che prima è tornata a giocare la Champions League e poi addirittura a vincere lo Scudetto nella stagione 2021/22.

Milan-Massara è addio: il comunicato

“AC Milan annuncia che Frederic Massara conclude il suo incarico nel Club. Ringraziamo Ricky per il suo contributo al progetto di crescita del Milan in questi anni”.

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Milan, squadra e tifosi delusi: Cardinale gioca la carta Ibrahimovic

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Ibrahimovic nuovo dirigente Milan

L’addio di Maldini e Massara al Milan ha lasciato una ferita aperta. Tifosi e giocatori sono pervasi dalla frustrazione. L’arrivo in dirigenza di Ibrahimovic potrebbe sistemare le cose? L’ipotesi è concreta

Quanto accaduto nelle ultime 48 ore al mondo Milan è da considerarsi clamoroso. Gerry Cardinale ha deciso di riformare la dirigenza rossonera, e dunque di licenziare Paolo Maldini e Frederic Massara. Per il primo, ormai ex Direttore Tecnico, è già arrivato il comunicato ufficiale. Per il secondo, direttore sportivo, l’annuncio è atteso in giornata. Ma la strada per il futuro sembra ormai tracciata. La proprietà americana ha deciso di riformulare ruoli e compiti. Al momento, non è previsto l’inserimento di nuove figure, ma il tutto potrebbe cambiare presto.

Ibrahimovic nuovo dirigente Milan

Milan, l’ambiente è deluso: Cardinale gioca la carta Ibrahimovic? (Getty Images) – calcioinpillole.com

La nuova struttura dirigenziale del club rossonero vedrà il proprietario Gerry Cardinale essere più presente a Milano, l’AD Giorgio Furlani gestire le trattative di mercato, con Geoffrey Moncada e l’allenatore Stefano Pioli ad avere maggiore voce in capitolo e nella scelta dei profili. In tutto ciò sarà fondamentale l’utilizzo dei dati, strategia moderna che Cardinale ha già sperimentato con il Tolosa. Tutto abbastanza chiaro, ma inevitabilmente qualcosa si è rotto a Milanello dopo il licenziamento di Maldini e Massara.

I giocatori, in primis, hanno in un certo qual senso espresso il loro dissenso sui social, postando diverse foto in compagnia dell’ormai ex duo dirigenziale. Si era creato un rapporto simbiotico e familiare tra i rossoneri, Paolo e Frederic. Secondo diverse fonti, si rischia una spaccatura totale tra società e spogliatoio. Per recuperare al guaio, Cardinale potrebbe inserire in dirigenza una figura estremamente carismatica.

Milan, addio a Maldini: Ibra il sostituto?

Secondo quanto riporta il Giornale nella sua edizione odierna, Zlatan Ibrahimovic rappresenterebbe la soluzione alla situazione di instabilità che si sta vivendo a Milanello. Lo svedese ha dato l’addio al calcio soltanto domenica sera, tra le lacrime generali di tifosi e compagni di squadra, ormai ex. “E’ un addio al calcio, ma non a voi” aveva pronunciato al microfono dinnanzi ad un San Siro straziato. Un segnale che potrebbe aprire ad una carriera da dirigente nel club rossonero? E’ presto per pensare a tali scenari, ma con la delusione recata dall’addio di Paolo Maldini, la carta Ibrahimovic potrebbe essere una soluzione per Gerry Cardinale. 

Ibrahimovic nuovo dirigente Milan

Milan, l’ambiente è deluso: Cardinale gioca la carta Ibrahimovic? (Getty Images) – calcioinpillole.com

L’ambiente rossonero, fatto di tifosi e giocatori, sta soffrendo maledettamente il licenziamento di quello che era stato il perfetto collante tra società e spogliatoio. Maldini non era solo un dirigente, ma quella figura di estrema fiducia capace di dialogare coi giocatori, di comprendere emozioni e sensazioni dei più giovani e di avere anche un ruolo fascinoso nelle trattative di mercato. Ebbene, il Giornale ipotizza l’arrivo di Ibrahimovic in dirigenza per prendere il posto di Paolo Maldini.

D’altronde, chi meglio di lui potrebbe svolgere i medesimi compiti? Zlatan rappresenterebbe il collegamento tra il vecchio e il nuovo Milan, un simbolo di incontro tra il campo, la società e i tifosi. Ancora, però, non c’è alcunché di concreto. Il club rossonero e i suoi assetti sono in fase di evoluzione.

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